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POTENZA – Parte con l’appello «a partecipare alla manifestazione contro le trivelle di mercoledì prossimo a Policoro». Poi passa alla mozione a favore della parità assoluta dei diritti e del riconoscimento dei diritti per le lebische, i gay, i bisex e trans. Ha già creato dibattito la proposta che verrà discussa in Consiglio regionale martedi prossimo. Mario Polese, esponente di spicco del Pd mostra quasi sorpresa per tanto clamore «visto che dovrebbe essere la cosa più normale del mondo». Ma evidentemente c’è ancora molto da fare.

Consigliere Polese, non è la prima volta che lei si fa protagonista di iniziative a favore degli omosessuali (Lgbt lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Perchè?

«La risposta è semplice. Per la mia generazione e per me è inaccettabile qualsiasi forma di discriminazione. Abbiamo la consapevolezza di una partità assoluta. Ma mi rendo conto che questa posizione non è percepita da altri e dall’intera comunità. Per questo mi rendo conto quanto sia importante mettere in evidenza la necessità di rendere effettiva la parità dei diritti».
Eppure è considerato espressione politica dalle forti connotazioni moderate e cattoliche. Come si coniugano questi due fattori?
«Per me sono questioni che si coniugano perfettamente. Perchè il cristianesimo e il cattolicesimo hanno alla base il principio di uguaglianza. Anche Papa Francesco ha chiarito questo aspetto. Non ci vedo nessuna distinzione anzi. Io la vivo con una sensibilità fortemente cattolica che si fa carico della tutela di chi versa in una condizione comunque di disagio sociale dovuta a forme discriminatorie. E chi si batte contro la discriminazione segue i principi cattolici. E poi ripeto basta leggere le parole di PapaFrancesco per capire che siamo davanti a una nuovo approccio della Chiesa che si confronta anche su temi delicati. In ogni caso non parlo da un punto di vista teologico della libertà di espressione sessuale. Stiamo parlando invece della tutela dei diritti. E la tutela dei diritti è un valore assolutamente cristiano».

E’ consapevole di aver superato con questa mozione molti suoi colleghi di chiara connotazione di sinistra. E’ una strategia politica o c’è qualcos’altro…
«(Risata ndr). Ho sempre detto che sono a favore del Pd che ingloba Migliore e non per il Pd che ingloba Verdini. Quando mi trovo a lavorare su questi temi, come sulla medicina narrativa, sullo spreco non mi pongo il problema se una riforma – o una proposta di legge – è di sinistra o è liberale. Penso che siano battaglie giuste e di sinistra e auspico che su questa proposta come su altre ci sia il più ampio consenso possibile».
Non sono sfuggite le sue critiche, seppur velate alla Regione di cui lei è parte integrante della maggioranza su un deficit proprio sul tema dei diritti…
«Non è una posizione critica. Ma un impegno a tentare di recuperare un gap. Per il resto guardando le firme dei consiglieri regionale che hanno firmato la mozione (Bradascio, Cifarelli, Robortella, Giuzio e anche Perrino, Mollica e Romaniello) non credo ci saranno problemi nel mio partito e nella maggioranza. In ogni caso il testo della mozione è aperto e sono prontissimo al confronto purchè si arrivi all’obiettivo finale. Il punto della mozione è arrivare all’adesione della Rete Re.A.Dy e quindi non sarà una parola in più o una parola in meno a cambiare la sostanza».

E su quanto fatto già dalla Regione?

«Ovviamente alla vase c’è un aspetto culturale in alcune affermazioni. Non c’è dubbio che la Basilicata su questi temi sia indietro. Per questo va fatto uno sforzo per recuperare terreno. Non dimenticando che l’area politica di cui io sono onorato di far parte, è forse l’area politica che punta veramente sulla parità di genere. Non è un caso che le due consigliere provinciali di Potenza, Raffaella Piarulli e Allessandra Sagarese sono due donne e sono renziane. Anche Valentina Viola a Chiaromonte e Rosamaria Busicchio sono due sindaci donne. Donatella Cutro renziana eletta in consiglio comunale a Potenza. Noi davvero stiamo portando avanti una lotta per la parità anche nelle amministrazioni. Da parte mia ho candidato Morena Rapolla che è la vice presidente dell’Arcigay Basilicata al Comune di Potenza. Tutte loro non sono state certo candidate solo perchè donne o perchè Morena sta nell’Arcigay. Le ho candidate perchè voglio stare al merito. Poi se una persona competente e brava è donna, è uomo, è gay o altro ancora sono problemi che non mi sono mai posto. Io guardo al merito.
Entri negli aspetti tecnici della mozione. Qual è la genesi e quale l’obiettivo finale?
«L’obiettivo è entrare in questa Rete a cui aderiscono già numerosi enti tra cui alcune Regioni e Province al fine di fare fronte comune contro le discriminazioni. E costruire una progettualità comune facendo tesoro di chi lavora sulla materia da anni. La mozione invece, nasce in un incontro territoriale sulle politiche sociali che si svolse a Savoia organizzata da una giovane consigliera, Francesca Caggianese, alla quale partecipò anche Antonella Giosa che è presidente dell’Arcigay e che mi pose alcune questioni. In pratica mi fu mostrato un documento che teneva dentro alcune proposte per una politica che ascolta e che è attenta alle esigenze reali dei cittadini e dal quale ho preso spunto per la mozione».

Intanto ha già subito crtitiche, sopratutto sui social network, da parte di esponenti più o meno in vista della destra e del centrodestra lucano e potentino. Come risponde?
«Mi sembra superfluo rispondere. Sono vicende che purtroppo si commentano da sole. Preferisco rimanere sul merito delle questioni».

Ma al netto delle polemiche politiche, non trova che la discussione attorno a un tema così delicato dimostri quanto la Basilicata sia ancora arretrata
«La Basilicata sta facendo senz’altro uno sforzo per rinnovarsi e diventare più moderna. Dalle politiche sociali messe in campo dal presidente Pittella con molta attenzione agli ultimi e penultini al rinnovamento delle classi dirigenti. C’è tutto uno schema della rivoluzione democratica che oggi si traduce nella rivoluzione della normalità. Per cui a una Basilicata arretrata deve corrispondere una Basilicata dal punto di vista delle ragioni sociali quanto più avanzata possibile. Noi stiamo lavorando a questo».

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