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di PARIDE LEPORACE
Ho sempre sostenuto che la Basilicata è regione deberlusconizzata. Ma il berlusconismo è stato così penetrante che anche la politica di opposta tendenza ne ha introiettato verbo e parole. La comunicazione del presidente De Filippo e degli spin doctor e ghost writer degli ultimi tempi è diventata copia democrat governatoriale del verbo di Silvio. Ieri mattina l’ennesimo effetto boomerang: l’augurio agli studenti a restare lucani ha aperto il fuoco di fila del comunicato militante e della mail incazzata. Antonio Rubino, tecnico lucano di alto livello messo alla porta da Eni a fine contratto, scrive a De Filippo: “La natura (o una particolarissima ragione strumentale) soffoca la ragione, Presidente, oggi nella terra del petrolio e delle multinazionali onnivore. Non regaliamo un’illusione illuministica a questi giovani”. Il puntiglioso Giuseppe Potenza che tiene alto lo Scudo Crociato approfitta per ricordare i ricercatori del programma Gel prima chiamati al ritorno e ora lasciati sulla strada dalla Regione. Siamo freschi di un’altra intemerata scritta alla “Cavaliere” che ha preso di mira l’ufficio studi di Bankitalia. De Filippo oltre a contestare numeri si è presentato come l’Augusto Ottaviano dell’età aurea di Roma. Bene ha fatto Pasquale Carrano che con logo di Confindustria ha garbatamente fatto presente: “L’ottimismo va bene ma bisogna essere oggettivi, ricominciamo dai nostri punti di forza”. Va già meglio. E’ più onesto. Ma il gracile mondo delle imprese assuma un ruolo più incalzante altrimenti l’Aquila lucana diventa solo un grillo parlante. Il documento di Confindustria “Costruire i fatti” è stato consegnato da circa un anno e non sappiamo in quale scrivania sia chiuso. Basilicatanet ha annunciato il Fondo di garanzia alle imprese almeno quattro volte. Confindustria scrive in bella prosa e la Regione fa annunci in stile Tremonti. State rubando i sogni ai giovani e quelli lucani, a differenza dei coetanei di Milano e Madrid, neanche vi disturbano il sonno. E non vorremmo che finisse come il precedente presidente di Confindustria scambiato, anche da noi, per un’alternativa politica e poi trasmigrato nel consociativismo della convenienza. Comunque, ieri, la neolingua berlusconiana di Vito ha avuto uno stop. Su Basilicatanet il commento alla vicenda Moody’s della Regione è comparso rigorosamente anonimo. Non proferito né da voce né da portavoce. Forse una svista. O forse De Filippo era dal citazionista a cercare una frase di Warhol utile ai giovani lucani.

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