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COSENZA – Due settimane fa Palazzo dei Bruzi ha liquidato all’architetto Santiago Calatrava l’ultima tranche della sua parcella. Trecentocinquantamila euro per la predisposizione della variante al progetto, già costato 1 milione e 200 mila euro. Era il passaggio che mancava per riavviare l’opera: entro 14 mesi – stando alle rassicurazioni della ditta che a Pordenone sta già assemblando il ponte d’acciaio – la vela disegnata dall’archistar potrà svettare in quel di Gergeri. 

Per poter liberare le risorse necessarie il Comune ha dovuto superare una serie di intoppi burocratici e amministrativi, portare a termine la rendicontazione delle somme e rimodulare alla spesa. Un’impresa non da poco se si pensa che un anno fa non c’erano i soldi, non c’era la rendicontazione e i tempi erano andati piuttosto in là.

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Ora, oltre ai 350 mila euro che hanno consentito di chiudere la “partita” con Calatrava, il Comune è riuscito a liberare anche le risorse necessarie (1 milione di euro circa per la bonifica dei terreni. Quando qualche anno fa si aprì il cantiere a Gergeri, infatti, il Comune si trovò a fare i conti con una discarica di rifiuti in buona parte interrati. Inutile dire che nel conto economico per il ponte i soldi per bonificare quesi terreni non erano previsti. Recuperata la cifra necessaria, ora potranno partire i lavori che interesseranno naturalmente i terreni di proprietà pubblica.

L’altro aspetto della vicenda infatti è rappresentato dai terreni privati che insistono nell’area e che pure si sono ritrovati coperti da rifiuti: naturalmente la necessaria bonifica in quelle aree è a carico del proprietario. Se il privato la tirerà per le lunghe il Comune dovrà agire a danno.

Bonificata l’area e completati i lavori per le fondamenta, il ponte di Calatrava potrà essere completato così da non sprecare i soldi fin qui spesi e non incorrere in contenziosi con le imprese.

Servirà poi a trainare lo sviluppo di un quartiere “incompiuto”? Staremo a vedere. A Gergei lo aspettano da anni, insieme al Planetario.

UN PO’ DI STORIA.  Il concorso di idee per la realizzazione del ponte a Gergeri è datato 7 gennaio del 2000. Ma senza voler andare troppo indietro nel tempo, si può fissare nella mente un’altra data: 10 ottobre del 2008, giorno di avvio dei lavori che dovevano essere consegnati 887 dì dopo, ovvero a distanza di 2 anni e mezzo circa. È evidente che invece dopo quattro anni del ponte costato in tutto 12 milioni e mezzo di euro, tra fondi europei e regionali, non c’è traccia. I tempi sono stati lunghi perché – oltre agli intoppi finanziari e burocratici – è stata piuttosto complessa la procedura di validazione dell’opera. 

Oltre al costo, infatti, sono imponenti anche i numeri dell’opera che di fatto sta attraversando la sua quarta amministrazione (Mancini, Catizone, Perugini, Occhiuto) e che potrebbe cambiare lo skyline cittadino: 120 metri di lunghezza, 22 metri di larghezza e 100 di altezza. 

 

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