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«Il Ponte si farà lo stesso». Da Palazzo Chigi tentano di far credere che il Ponte sullo Stretto «non sarà comunque cancellato». «L’opera, infatti, – si legge in una nota – è solo in parte finanziata dall’intervento pubblico. L’onere complessivo dell’infrastruttura prevede anche la partecipazione di capitale privato, l’utilizzo di fondi strutturali e di altre fonti». Ad assicurare che «il Ponte non è stato cancellato e si farà» anche i Ministri Altero Matteoli e Ignazio La Russa, con quest’ultimo che puntualizza: «La mozione impegna a finanziare il trasporto pubblico e questo è un obiettivo che noi condividiamo. Quanto alle risorse necessarie, fa riferimento anche all’eventualità di ricorrere, tra i vari finanziamenti, a quello per il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma quell’eventualità -La Russa ne è convinto – noi non la utilizzeremo: dai soldi per il Ponte non si prenderà niente».
Il Governo dunque, prova a rilanciare, almeno a parole, un’opera ormai depennata da più parti, in primis dall’Ue che non stanzierà alcun soldo. Ne è sicuro pure Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs: «Sicuramente l’Europa non darà soldi per realizzare il Ponte. La decisione comunque spetta alle autorità italiane».
A salvare il Ponte ci prova anche il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo: «Si dovrà realizzare sia perché la parte più consistente del capitale viene dai privati, sia perché si sono già investite molte risorse». Intanto la mozione licenziata l’altro ieri dalla Camera, per molti, ha messo la parola fine all’opera faraonica pensata per unire la Sicilia e la Calabria. Decisione, quella presa dall’aula di Montecitorio, che ha fatto fare ancor più i salti di gioia a quanti, e sono tanti, il Ponte sullo Stretto non lo vogliono. Come i consiglieri regionali calabresi di Idv, Emilio De Masi, Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico: «Avere accantonato il progetto del Ponte, grazie alla nostra iniziativa in Parlamento, – scrivono – ci dà l’opportunità di riflettere sull’uso sconsiderato del danaro pubblico. E ci restituisce un protagonismo che dobbiamo attivare sin da subito, attraverso iniziative pubbliche concrete e partecipate». E alla luce degli ultimi eventi “cancella-Ponte”, ecco la proposta di un altro anti pontista, Girolamo De Maria, coordinatore Pd per la provincia di Reggio Calabria.
«Si concentrino – suggerisce – le risorse previste per il ponte sullo Stretto per realizzare due obiettivi strategici per la nostra realtà: il potenziamento ed il rilancio del Porto di Gioia Tauro, il cui futuro è essenziale per la Calabria; l’ammodernamento ed il completamento dell’arteria stradale 106, al fine di potenziare l’intero asse viario ionico calabrese come punto di collegamento con gli assi Napoli-Bari e Napoli-Reggio Calabria». Per De Maria urge inoltre sospendere le procedure espropriative nel versante calabro dello Stretto (Villa San Giovanni e Campo Calabro), così come richiesto dal consigliere regionale del Pd Demetrio Battaglia secondo cui l’approvazione della mozione Idv è «una chiara sconfessione delle dichiarazioni del Ministro Matteoli». Sulla stessa scia il coordinamento reggino di Fli: «Anche l’Esecutivo e la maggioranza di Governo, non opponendosi in Parlamento ad un mozione di Idv che proponeva la revoca dei finanziamenti già previsti, hanno, di fatto decretato la fine di un sogno, purtroppo utilizzato molto spesso per mietere voti nelle campagne elettorali. E’ ora, pertanto, che non si continui a carpire la buona fede dei cittadini con una ingannevole politica degli annunci, ma che si cerchi di ottenere, più opportunamente e senza troppo clamore, dei veri risultati utili a migliorare le sorti dei nostri territori».

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