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Nelle settimane scorse il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, in occasione dell’inaugurazione del salone nautico di Genova, aveva annunciato un finanziamento di 18 milioni di euro destinato all’Autorità Portuale di Gioia Tauro come contributo per la riduzione delle tasse di ancoraggio. Immediate si erano levate le ovazioni istituzionali al Governo per l’attenzione che esso riponeva sul porto calabrese. A distanza di pochi giorni, però, il ministero di Matteoli e quello dello Sviluppo Economico ripartivano i fondi del decreto Milleproroghe tra gli scali di trasnhipment del paese e il piattino a Gioia Tauro venne servito caldo. Nel senso che vennero stornati appena 5 milioni e 200 mila euro rispetto ai 6 milioni concessi a Taranto, ai 62 di Vado Ligure e ai 50 di Genova. E quasi a giustificare quanto era avvenuto, sempre da posizioni istituzionali la ripartizione così esigua del Governo venne giustificata con l’impegno gravoso finalizzato al finanziamento dell’Apq. Ma la beffa che stava per arrivare era ancora più grande di quella che si era registrata in precedenza, e cioè che i 5 milioni e 200 mila euro coprivano solo in parte gli investimenti anticipati dalla Port Authority gioiese per garantire l’abbattimento delle tasse di ancoraggio che avevano raggiunto solo nel 2011 una cifra che si attestava sui 9 milioni di euro creando un buco che, se non ha mandato in tilt il bilancio dell’ente, ha comunque creato problemi seri di gestione. Sembra, infatti, che nei giorni scorsi all’Autorità Portuale di Gioia Tauro sia arrivata una comunicazione della Comunità Europea, smistata dal Ministero alle Infrastrutture, con la quale viene chiesta la rendicontazione di un finanziamento di 12 milioni di euro sulle tasse di ancoraggio. Al danno la beffa, quindi. Tanto che, se la notizia, come anticipa il Quotidiano, verrà confermata, lascia aperti interrogativi pesanti, sui quali prima o poi qualcuno dovrà garantire chiarezza, oltre a gettare interrogativi anche su come si è proceduto alla ripartizione dei fondi. Se la Ue scrive alla Port Autority gioiese chiedendo di avere la rendicontazione vuol dire che sapeva che a Gioia Tauro erano stati destinati 12 milioni di euro. Qualcuno, forse lo stesso Ministero alle Infrastrutture aveva certificato quella cifra che è stata stornata all’ultimo momento in maniera diversa, tanto che non si è fatto in tempo a comunicare l’effettiva ripartizione dei fondi per come è avvenuta. Insomma, Taranto prende la parte più cospicua dei famosi 18 milioni di euro, che tali non erano perché il finanziamento vero era di 12 milioni e 500 mila euro per tutti e tre i porti di transhipment, e Gioia Tauro dovrebbe adesso rendicontare anche per la somma destinata allo scalo pugliese.

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