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«Anche la politica portuale portata avanti dal Governo guarda al Nord ed abbandona il Sud. Per la realizzazione del gateway europeo dell’Alto Adriatico (piattaforma logistica Trieste-Monfalcone) con il Porto di Monfalcone che sarà il primo terminal automatizzato d’Italia, c’è già un concreto impegno che sarà presto sancito in una intesa Stato-Regione, per il Porto di Gioia Tauro, invece, al momento ci sono solo parole, buone intenzioni, promesse a futura memoria». È quanto denuncia il Partito Democratico, con una interrogazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, firmata dai parlamentari calabresi Nicodemo Oliverio, Maria Grazia Laganà Fortugno e Franco Laratta. «Il sistema portuale italiano e, nel caso specifico il Porto di Gioia Tauro – secondo i tre deputati del Pd – necessita di una strategia di lungo respiro che si concentri su alcune grandi questioni che consentano di agganciare il settore ad aspetti fondamentali relativi allo sviluppo economico e competitivo dell’Italia. In particolare si tratta di delineare una strategia che partendo dall’esame dei nuovi flussi dei movimenti di merci, servizi e persone, ormai totalmente diversi dal passato, consenta la concreta realizzazione della filiera lunga, ossia di una retroportualità capace di intercettare e incidere sullo sviluppo economico e sociale del territorio creando condizioni infrastrutturali, logistiche e di servizio che favoriscano lo sviluppo di imprese e una efficiente rete di servizi e di scambi sul territorio». Oliverio, Laganà e Laratta, quindi, chiedono al Presidente del Consiglio dei Ministri «se è intenzione del Governo porre fine alla palese gravità della scelta di sostenere pesantemente la portualità del Nord Est del Paese, penalizzando quella del Mezzogiorno ed in particolare quella di Gioia Tauro e di rilanciare con decisione il porto di Gioia Tauro, salvaguardando i già precari livelli occupazionali e delineando nuove strategie di sviluppo centrate sulla realizzazione di una efficiente rete di collegamenti marittimi, ferroviari, (estendendo fino a Reggio Calabria l’Alta Velocità, senza la quale non è possibile rendere competitivo il porto di Gioia Tauro e ricomprendendola pienamente, da subito, nel nuovo Contratto di Programma 2011-2014 tra Ferrovie dello Stato S.p.a. e Ministero delle Infrastrutture), autostradali e interportuali, in primo luogo con Crotone e Corigliano Calabro, che consentano finalmente a Gioia Tauro di tornare ad essere al centro di una piattaforma logistica di infrastrutture e di servizi che favoriscano lo sviluppo socio-economico del territorio mediante l’avvio di attività imprenditoriali e di proficui scambi sul territorio». I parlamentari democratici, ancora, chiedono «se il Governo non intende rivedere con un intervento legislativo urgente la materia in tema di concessioni demaniali e stabilire nuove regole che rendano più vantaggioso per lo stato e per il territorio l’utilizzo privato del territorio, tenendo conto del fatto che alla Medcenter Container Terminal (MCT), sono stati concessi dal demanio 1 milione e mezzo di metri quadrati ad un prezzo assolutamente fuori mercato per la rilevanza strategica che fino ad ora ha rivestito il terminal di Gioia Tauro». I tre parlamentari democratici chiedono di conoscere ulteriori informazioni per valutare le modalità di acquisizione dei terminal che hanno portato il gruppo tedesco Eurogate a detenere in Italia quote di maggioranza, attraverso Contship Italia, nei porti italiani di transhipment come Gioia Tauro e Cagliari, e dei porti container di La Spezia, Livorno, Salerno, Ravenna; e « l’effettivo utilizzo dei finanziamenti erogati da Sviluppo Italia a Contship o alle società da essa partecipate per l’acquisto di attrezzature logistiche nei terminal; l’ammontare complessivo degli aiuti di stato devoluti ad una società che, senza linee di navigazione, prospera in tutto il mondo, e che sta affossando il porto calabrese, così come già aveva tentato con il porto di Cagliari, mossa bloccata dalla intraprendenza del Governatore del tempo, Soru, traendo dalla situazione così tanti profitti da investire nel Tanger med che oggi è il massimo competitore dei porti italiani». I tre parlamentari democratici ritengono che possano esserci le condizioni «affinchè che il comportamento di Contship o delle sue società partecipate debba essere sottoposto alle verifiche dell’antitrust per accertare eventuali responsabilità della Contship nel condizionamento del libero mercato». Oliverio, Laganà e Laratta, infine, sollecitano «un impegno concreto da parte del Governo, della Regione e di tutti gli altri enti interessati, per programmare un rilancio vero e competitivo del Porto di Gioia Tauro, struttura di fondamentale importanza per lo sviluppo della Calabria».

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