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Un corteo promosso dai sindaci della Piana per protestare contro il ridimensionamento del porto di Gioia Tauro e l’annuncio dei 467 licenziamenti di Mct. Alla manifestazione partecipano tutti i sindaci dela Piana di Gioia, del vibonese e del cosentino, delegationi delle Amministrazioni provinciali di Reggio, Vibo e Cosenza, parlamentari, consiglieri regionali e provinciali.
Il segretario regionale della Cgil, Sergio Genco, ha detto: «diciamo ‘no’ ai licenziamenti di mct, che ha preso molto in termini di sostegni economici in tutti questi anni e che adesso deve dare. Non capiamo perchè la Maersk lascia il porto. Il sindacato deve ritrovare unità. Se non ora quando?».
Il segretario regionale della Cisl, Paolo Tramonti ha dichiarato: «Mct deve scegliere: o investire o lasciare le banchine. Se si rilancia il porto di Gioia Tauro si rilancia la Calabria. Questa sarà la nostra battaglia». Renato Bellofiore, sindaco di Gioia Tauro ha lanciato un chiaro messaggio al governo e alla Regione: «Qui hanno preso i voti e non possono dimenticarsi di Gioia Tauro e del suo futuro. Non possiamo avere un governo a trazione leghista che agisce sempre contro il Mezzogiorno». Concetto ribadito anche dal sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi: «Basta con un governo a trazione leghista». Per Bartolo della Uil «il porto deve diventare una prospettiva in positivo e non in negativo se Mct vuole restare bene, altrimenti si accomodi». Daniele Caratozzolo, Sul: «Se Mct vuole licenziare i lavoratori noi licenzieremo Mct. Rfi Trenitalia sta puntando tutto su Genova e Trieste abbandonando la Calabria».
Il prossimo 5 luglio intanto, il terminalista della scalo gioiese Medcenter, il Ministro dello sviluppo economico e i sindacati dovranno riaprire quel dialogo bruscamente interrotto lo scorso 22 giugno, quando il colosso della movimentazione container Mct aveva parlato della necessità dell’azienda di mettere in mobilità 467 dipendenti, vale a dire il 50% della forza lavoro impiegato al porto.
La parola d’ordine lanciata dal piazzale portuale è stata «tutti a Roma», sindacati, ma soprattutto i primi cittadini che il 5 luglio approderanno nella capitale per far sì che quella di Gioia Tauro diventi vertenza calabrese e non solo del territorio. Circa 300 partecipanti, poca la presenza della società civile che, come sottolineato dal segretario generale regionale della Cgil, Genco, «non ha ancora intuito la portata della decisione di Mct».

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