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I difensori di due indagati nell’inchiesta Poseidone, sugli illeciti nella gestione della depurazione in Calabria, hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti perchè nel corso delle indagini non sono stati trovati riscontri alle ipotesi d’accusa. La richieste sono state avanzate nel corso dell’udienza preliminare dinanzi al Gup di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo. Nel corso dell’udienza questa mattina, sono intervenuti i difensori di Gaetano Manganaro e Luigi Milillo, rispettivamente rappresentante della società che eseguì i lavori del depuratore di Scalea e collaudatore dell’opera. Gli avvocati Giovanni Mento e Damiano Libonati hanno ricostruite l’iter dell’appalto sostenendo che i lavori furono realizzati rispettando le norme.
Tra i 35 indagati per i quali la Procura di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio ci sono l’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, del centrodestra; l’ex assessore all’Ambiente della stessa Giunta, Domenico Basile, e l’ex subcommissario per l’emergenza ambientale, Giovambattista Papello. Agli indagati sono contestate, a vario titolo, le accuse di associazione per delinquere, concussione, falsità ideologica, truffa e turbativa della libertà degli incanti. L’udienza preliminare proseguirà l’otto aprile prossimo.

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