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POTENZA – Mr Scrooge esiste davvero. Il vecchietto egoista e solitario reso famoso dai più celebri racconti natalizi, che non si lascia intenerire da niente e nessuno, è oggi chi approfitta della sofferenza altrui per truffare il prossimo.
Da anni “Amici dell’Hospice”, l’associazione che dal 2008 opera nel reparto terminale dell’Ospedale San Carlo di Potenza, cerca di combattere il suo mr Scrooge. Più volte, infatti, è capitato che sull’intero territorio provinciale e non solo – il fenomeno riguarda l’intera regione scavalcando i confini regionali – si siano aggirati dei fantomatici clown dottori alla ricerca di fondi.
La clown terapia, insieme alla terapia del sorriso e la terapia occupazionale, sono alle basi del lavoro degli Amici dell’Hospice. All’ospedale San Carlo è l’unica associazione che opera nel reparto con queste caratteristiche. Perché – come si legge nel volantino informativo distribuito ieri lungo via Pretoria – non ci si improvvisa clown. Non basta un naso rosso per essere un clown dottore. «Il clown dottore – spiega Raffaele Messina, presidente Amici dell’Hospice – è opportunamente formato. Il percorso è lungo e continuativo. Ciò che lo contraddistingue è la terapia, ovvero un rapporto prolungato nel tempo con il malato, che nulla ha a che vedere con il singolo evento di animazione».
Questi impostori sono per lo più campani. Si presentano come clown dottori e chiedono fondi in nome di associazioni per imprecisati e vaghi progetti di solidarietà. «Dicono – continua Messina – di raccogliere fondi per distribuire dolciumi, giocattoli e quant’altro nel reparto di pediatria dell’ospedale San Carlo di Potenza, nascosti dietro a un naso rosso facile da reperire». E invece sono solo truffatori. A Potenza in questi giorni si sono mossi principalmente lungo via Pretoria. In tanti ci sono già cascati. Raccontano di non aver avuto ricevuta e di essersi presentati, per l’appunto, come associazione che opera all’interno dell’ospedale per intrattenere i bambini, sfruttando l’ormai conosciuta clown terapia. Peccato che al San Carlo gli unici a fare clown terapia sia Amici dell’Hospice e che l’unica associazione abitualmente attiva nel reparto di pediatria, accogliendo i bambini e loro famiglie, sia Abio Potenza (Associazione bambino in ospedale) che, tra l’altro, non pratica la clown terapia.
Come smascherarli? «Bisogna fare loro delle domande se avvicinati – continua Messina – sulla formazione, sulla terapia. Il volontariato oggi è un impegno serio e il volontario è consapevole che non può relazionarsi con chi ha bisogno senza un percorso preciso».
Per questo motivo, ieri, i clown dottori degli Amici dell’Hospice hanno colorato via Pretoria riempiendola di abbracci e sorrisi. Nessuna parola può sostituire quello che gli occhi, i gesti e le espressioni di un vero clown dottore dicono. Quello che tocca con mano, tutti i giorni, il dolore nelle corsie dell’ospedale. Quello che sa come guadagnarsi un sorriso nel volto di chi, in quel sorriso, soffoca la propria voce.
Sono andati tra la gente, distribuendo volantini informativi su quanto si sta verificando oggi a Potenza e domani nel resto d’Italia. Risale a circa un mese fa il servizio andato in onda alla trasmissione televisiva Le Iene su segnalazione di un’associazione che opera nell’ospedale di Perugia.
Una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione, anche a difesa di quanti, ingenuamente, aprono il proprio cuore e le proprie borse a chi per quell’atto non ha alcun rispetto. «L’appello – conclude Messina – è sicuramente a tutti ma soprattutto alle istituzioni e alle aziende ospedaliere. Abbiamo anche inviato delle lettere alla direzione perché sia più attenta su queste questioni».

Anna Martino

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