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POTENZA – La doppia firma avrebbe voluto spiegare il senso di un voto, quello di astensione sul dissesto al Comune di Potenza, che ha visto il Pd spaccato. Ma la lettera di Gianpiero Iudicello, segretario e capogruppo del partito, e del consigliere Gianpaolo Carretta, capogruppo durante la legislatura di Santarsiero, testimonia anche gli equilibri (precari) che vivono nel partito di maggioranza relativa.
Le motivazioni alla base dell’astensione sono probabilmente diverse per i due esponenti (si sono astenuti anche Lucia Sileo, presidente del partito, e Giacomo Nardiello; tutti gli altri democratici hanno invece votato a favore).
Carretta con quel voto ha difeso un’esperienza amministrativa che lo ha visto protagonista e sostenitore dell’ex sindaco, a cui è molto vicino.
Iudicello, ha spiegato durante l’intervento in aula, ha voluto «assumersi la responsabilità di una storia che il partito si porta dietro».
Nella lunga lettera diffusa ieri i due amministratori hanno messo alcuni puntini, ribadendo i confini del deficit economico del Comune: non è frutto di «debiti fuori bilancio», hanno precisato.
Come si è arrivati a quella posizione? In aula, giovedì scorso, la tensione è stata evidente.
«Il gruppo del PD, rappresentato dai suoi vertici consiliari e politici del presente e del recente passato a livello cittadino – hanno scritto – ha deciso di astenersi, lasciando libertà di coscienza agli altri consiglieri, non perché si contestasse la regolarità formale e il merito tecnico della delibera, ma per due motivi». Il primo, imputato all’attuale amministrazione sostenuta dal centrodestra e guidata dal sindaco De Luca: «Riteniamo in tutta coscienza che non tutto è stato fatto per evitare di arrivare al dissesto». Contemporaneamente, «riteniamo che non si rinasce lasciando alle spalle la propria storia e che bisogna avere la coerenza e la serietà di non dimenticare chi siamo».
Una spiegazione che non ha certo convinto tutti all’interno del partito.
«Un’arlecchinata» ha commentato su Twitter il senatore Salvatore Margiotta. Come a dire: toppe, e per giunta di vario colore.
«Giudizio negativo, poi libertà di coscienza, o l’astensione: mi sembra – ha pii spiegato Margiotta – non sia una posizione definita. In genere, poi, si ragiona sulla libertà di coscienza di fronte a tematiche delicate, che hanno a che fare con la sensibilità dei singoli e delle percezioni valoriali. Ma non certo nel caso di un provvedimento tecnico ed economico come quello del dissesto».
E adesso? «Dal dissesto in poi – hanno scritto Carretta e Iudicello – inizia un’altra storia, in quanto tutto è stato azzerato, che deve guardare al futuro». Appunto, il futuro. Per il Pd è una questione aperta che sarà affrontata probabilmente già oggi, nell’assemblea regionale convocata a Potenza e che sarà definita nel prossimo congresso cittadino. La firma congiunta Carretta-Iudicello lascia intuire una vicinanza tra le due aree (quella affine a Speranza e quella più vicina all’ex sindaco Santarsiero). Ma il clima nel partito e le reazioni più o meno ufficiali al voto sul dissesto raccontano di dubbi e di un forte disagio interno.
In Comune si prospetta un periodo complicato, non solo dal punto amministrativo. Che il Pd abbia già praticamente accolto l’invito alla collaborazione del sindaco De Luca è cosa evidente. Diverso, invece, il punto “esecutivo”: non è così automatico l’ingresso in giunta dei democratici. Sarà probabilmente il congresso la sede in cui sarà dettata la linea: in giunta con Fratelli d’Italia?
Il prossimo passo sarà individuare un segretario cittadino, possibilmente capace di convogliare su di sè la vicinanza di tutte le sensibilità presenti a livello comunale. E non sarà una cosa semplice.

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