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HANNO SCRITTO poche righe per mettere in evidenza una situazione di disagio che, per la verità, non è nemmeno nuova da queste parti. Ma i calciatori del Potenza di quest’anno non sono gli stessi degli anni scorsi, ed in più, non hanno dalla loro parte la garanzia economica che lo status di professionisti (sia pure in minima parte) conferiva ai protagonisti delle vicende passate in rossoblù.
Alla vigilia di un turno di campionato (domani c’è il recupero della gara con l’Avigliano non giocata domenica) i calciatori del Potenza mettono nero su bianco e, in buona sostanza, chiedono aiuto alle istituzioni e all’imprenditoria locale, oltre che ai tifosi, per poter essere garantiti sul prosieguo della stagione. Un grido di allarme che resterà fine a se stesso e che deve essere valutato come tale e non certo come la denuncia di una situazione societaria che è sempre stata difficile e, oltretutto, sempre conosciuta all’opinione pubblica locale.
Questo il testo del comunicato a firma dei calciatori del Potenza: «Nonostante 37 punti conquistati sul campo e un campionato portato avanti onorevolmente, vogliamo far presente alla città, ai tifosi e alle istituzioni la situazione difficile che stiamo vivendo. Ci sentiamo abbandonati dalla società del Potenza Sport Club, non abbiamo interlocutori se non il tecnico Volini, le promesse economiche di inizio stagione relative ai rimborsi spesa non sono state onorate se non per il vitto e l’alloggio. In alcune circostanze ci è mancata anche l’assistenza sanitaria sul campo di un medico o di un massaggiatore. Garantiamo di voler portare comunque a termine il campionato ma chiediamo pubblicamente un aiuto economico alle istituzioni, ai tifosi e agli imprenditori, perché così non possiamo andare avanti. Un aiuto diretto esclusivamente a noi giocatori che stiamo onorando la storica maglia del Potenza».
La replica in sè è sorprendente: «Comprendo i calciatori – dice Giuseppe Postiglione – Sono perfettamente in linea con la loro preoccupazione. Non mi nascondo dietro un dito. Siamo in assoluta emergenza e anche gli interlocutori che si erano avvicinati a noi stanno trovando difficoltà ad inserirsi nel nostro contesto cittadino. I ragazzi hanno bisogno di sostegno e ben venga da parte delle istituzioni o dei tifosi. Spero che la città risponda perchè da questa settimana non saremo più in grado di garantire nemmeno il vitto e l’alloggio. Noi – conclude il proprietario del Potenza – non abbiamo più la possibilità di andare avanti».

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