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Come sempre, alla fine, il giorno della festa arriva, si porta dietro sorrisi, polemiche, disagi e promesse. Il giorno più lungo, più duro (per chi ci lavora, organizza, controlla, volontari, agenti, protezione civile), il più divertente (per chi lo aspetta, sperando solo che il tempo sia clemente). E’ un giorno, il 29 maggio, che ne vale due. Perché a Potenza è la data che segna il passaggio tra la festa laica e il giorno successivo, quello dedicato al santo patrono. Domani, giorno di San Gerardo, ci sarà la processione religiosa, il piccolo pellegrinaggio di fedeli nel centro storico cittadino. In queste ore, invece, la città sarà in festa rumorosa, chiassosa, recupererà tradizione e storia. Tra antico e moderno. 
Alle 13 comincerà  il pranzo dei Portatori del Santo, un’usanza datata meno di venti anni, ma già diventata una tradizione irrinunciabile. Si svolgerà a largo Pignatari, sarà vietato ai minorenni e per cercare di mantenere alta la sicurezza e prevenire polemiche sugli eccessi, l’associazione si è dotata di un servizio di vigilanza privato, che consentirà l’accesso solo ai titolari del tagliando. Alle 19.30 dal Viviani comincerà a muoversi la Parata storica dei Turchi: quasi 1.100 figuranti in corteo fino al centro, dove saranno messi in scena l’ingresso del conte De Guevara in città, la città ottocentesca, la iaccara in fiamme e una preghiera in largo Duomo (è questo il momento di passaggio, a fine serata, verso il giorno della festa religiosa). «La festa deve essere momento di edificazione personale, della persona olisticamente intesa, fondato sulla sobrietà e sul rispetto dei valori morali, prima ancora che cristiani» ha detto in una nota il vescovo di Potenza, Agostino Superbo. «Tutto ciò è ancora più vero in un momento qual è quello attuale, contrassegnato da difficoltà tali da porre a rischio anche il pranzo quotidiano per alcuni poveri della nostra città». Di solidarietà e scarsa capacità di accoglienza si è parlato a lungo in questi giorni, con il centro invaso da ambulanti senza riparo. Se ne è discusso anche pensando ai più piccoli, ai ragazzi a cui la città spesso sta stretta. L’augurio, per tutti, di una festa della comunità.

 

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