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POTENZA – Soddifatti sì, «ma al 30%. Diciamo che è sicuramente un passo avanti importante, ma va guardato il quadro nella sua interezza».

Così Donato Nolé presidente del Comitato “Tutela e sviluppo delle zone aperte” commenta la notizia relativa alla «rideterminazione degli oneri di urbanizzazione».

«L’obiettivo – ha sottolineato il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero – è il rilancio di un settore strategico per la nostra economia e oggi particolarmente in crisi».

Una cosa però deve essere chiara: «tutte le opere di urbanizzazione primarie e secondarie, necessarie per l’attuazione delle previsioni del Regolamento urbanistico, devono essere realizzate a cura e spese dei soggetti attuatori privati, a scomputo degli oneri di urbanizzazione e fino alla concorrenza dell’importo risultante dal progetto esecutivo approvato, anche quando tale importo sia superiore al calcolo tabellare dei suddetti oneri». Tradotto: il Comune non dovrà comunque spendere un euro. «E’ stata una delibera sofferta -dice Santarsiero – e combattuta. Alcuni dicevano che era troppo, altri che era poco. In consiglio comunale il primo ad avanzare qualche perplessità, devo dire la verità, è stato il consigliere Rocco Coviello. Ma poi anche gli altri, di maggioranza e di opposizione, hanno convenuto sulla necessità di ridurre gli oneri. E ora mi sono assunto io la responsabilità di dare un atto di indirizzo, facendo uno sforzo ulteriore proprio a favore delle campagne. Sia chiaro, però, il Comune deve continuare a spendere zero».

E a questa specificazione Donato Nolè si fa una risata: «Ma guardi che già era così anche prima. Gli allacci alla rete pubblica sono già a carico nostro: i contratti con Acquedotto lucano, per avere la luce e tutto il resto. E’ già tutto a carico nostro. Senza contare che noi paghiamo gli oneri di urbanizzazione secondari – quelli dovuti per la presenza delle piazze o per le chiese, per esempio – che versiamo pur non avendo nulla. A parte contrada Giuliano, che ha una chiesetta e una piccola piazza, ci sono gli altri 67 nuclei che pagano per qualcosa che non hanno».

E le stesse strade sono poi una questione su cui gli abitanti delle contrade avrebbero più di qualcosa da ridire.

«Vorrei specificare una cosa comunque – dice Nolé – e cioé che noi avevamo chiesto un aumento della vecchia tassazione non un abbassamento della nuova. E non è un gioco di parole. Nel senso che nel momento in cui vengono aumentati gli oneri di urbanizzazione del 450%, poi ti devi accontentare. Ed è così, anche se rispetto al 2011 ora gli aumenti sono del 100%. Rispetto a quanto pagavamo sarebbe stato comprensibile un aumento del 40%. E l’avremmo capito. Ma siamo arrivati a queste cifre spropositate, per cui ora qualsiasi passo indietro non sarà mai quanto noi avevamo in mente. Ma vogliamo considerarlo comunque un passo avanti».

Ma non basta. Perché non c’era solo questo nella “lista nera” del Comitato delle Zone aperte. E sugli altri punti, pur avendo avuto delle assicurazioni di massima, al momento non si è visto nessun provvedimento scritto. Quindi resta ancora vigile l’attenzione: «per esempio nulla sappiamo ancora relativamente al lotto minimo per poter costruire. Noi vorremmo un’avvicinamento all’interno degli aggregati. Già sarebbe un passo avanti passare dai 4.500 metri quadri ora previsti a 2.500. Ma su questo fronte nulla sappiamo. E poi c’è l’altra questione, quella della metratura legata ai membri del nucleo familiare».

Praticamente le regole attuali prevedono che il volume massimo realizzabile debba essere legato al numero di componenti della famiglia. «Ma questa è una cosa assurda, come abbiamo già più volte sottolineato. Perché quelli che vanno a costruire sono giovani coppie, che non hanno ancora figli. Come fanno a prevedere quanti figli avranno e, quindi, di quanti metri quadri avranno bisogno?».

Una questione che, in realtà, sembrava essere stata già risolta. Se ne parlò nella riunione a contrada Giuliano dello scorso 13 maggio. E già in quella occasione fu proprio l’assessore all’Urbanistica Pietro Campagna a rassicurare i presenti: «problema risolto». Ma finché i cittadini delle contrade non vedranno messo per iscritto anche questo poco ci crederanno.

Intanto cosa cambia praticamente? «Dovrebbe essere più o meno così: per un edificio residenziale, fino a maggio 2011 pagavamo 24.87 euro a metro quadro. Con questa rideterminazione si passa a 51 euro al metro quadro. Un buon risultato? No se si guarda al quadro generale di cui prima parlavo. Ma se si pensa che fino a ieri avremmo dovuto pagare 111.90 euro al metro quadro, diciamo che un passo avanti è stato fatto. Su 200 metri quadri quindi più o meno 10.000 euro saranno solo per gli oneri di urbanizzazione». E di fronte ai circa 60.000 euro “pre-protesta” ci si può, almeno per il momento, accontentare.

a.giacummo@luedi.it

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