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Fornire un sostegno economico per le attività di rimozione dell’amianto, in particolare nelle abitazioni o nei piccoli laboratori artigianali, per i cittadini che dispongono di pochi mezzi per queste operazioni, e ottenere anche una «sorta di censimento» per valutare il numero di manufatti realizzati con questo materiale e le aree maggiormente a rischio. È quanto previsto nella proposta di legge regionale «Norme per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi di materiali o rifiuti contenti amianto», presentata stamani, a Potenza, nel corso di un incontro con i giornalisti, dai consiglieri regionali Giannino Romaniello (Sel), Luigi Scaglione (Pu) e Gennaro Straziuso (Pd).

Nei dieci articoli si stabilisce che il finanziamento ammonta al 60 per cento (a fondo perduto) della quota necessaria per la rimozione, e fino a un massimo di cinquemila euro complessivamente. Si tratta, hanno spiegato i consiglieri regionali, di «norme che dovranno facilitare la bonifica di case e laboratori, andando incontro alle esigenze dei cittadini che spesso non hanno la possibilità di farlo, scoraggiati anche dagli alti costi di smaltimento, in una regione che non ha impianti per il trattamento dell’amianto». In un’indagine condotta nel 1999, su 2.559 aziende, 733 hanno risposto alle domande sulla presenza di amianto, e solo 165 (il 23 per cento) ne ha dichiarato la presenza.

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