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CHI ha avuto modo di entrarci, racconta che in quello che una volta era il cortile della Caserma Lucania, ormai è cresciuta l’erba.

I timori di quanti credevano che dopo la chiusura del Novantunesimo Battaglione la Caserma Lucania sarebbe rimasta l’ennesimo contenitore vuoto della città, pare si siano avverati. Sono già trascorsi due anni da quando è stato annunciato il trasferimento dei Carabinieri presso la sede del Battaglione Lucania ma a oggi ancora nulla. La struttura continua a essere deserta e abbandonata.

Tutto come annunciato, secondo il consigliere comunale d’opposizione Giuseppe Molinari da sempre impegnato in prima persona nella battaglia contro la soppressione del Novantunesimo.

«Il problema è nei soldi che occorrono per riqualificare la struttura, intorno ai 5 milioni di euro».

In questo «grave momento di crisi – dice – dubito che lo Stato abbia le risorse sufficienti. Sono quindi convinto che di questo passo i carabinieri non si trasferiranno mai e che l’edificio rimarrà chiuso a lungo».

A meno che il Comune non si metta di nuovo in gioco. Come successo a Torino.

«Il sindaco della città – continua Molinari – dopo diversi incontri con il ministro della Difesa è riuscito ad ottenere, ai primi di luglio, il trasferimento della proprietà delle caserme dismesse dallo Stato al Comune».

La Caserma Lucania, infatti, è attualmente demanio statale. Occorrerebbe solo costanza, dunque, e volontà politica perché la situazione cambi.

Se pure la Caserma andasse al Comune, però, improbabile che l’amministrazione possa ristrutturarla per poterle assegnare una nuova destinazione d’uso. La più auspicabile, sempre per Molinari, sarebbe la casa dello studente, vista la vicinanza con il centro storico e il polo universitario di Macchia Romana.

Ma restano soltanto progetti su carta se prima il Comune non intercede per capire come mai i carabinieri non si siano ancora trasferiti per poi interloquire ancora con il ministero della Difesa per trovare un accordo.

Intanto i militari del Novantunesimo Battaglione continuano a lavorare lontani dalla propria città e dalle proprie famiglie, trasferiti in altre caserme spesso collocate in altre regioni.

A nulla sono servite negli anni le loro battaglie, quelle dei civili direttamente interessati e non, dei tanti parlamentari lucani che si sono alternati nel panorama politico italiano.

Oggi come oggi la Caserma Lucania non interessa più a nessuno, né tantomeno all’amministrazione comunale che si accontenta di non avere più un presidio militare in città e al contempo di annoverare una nuova struttura abbandonata nella lunga lista esistente.

 

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