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POLISTENA (REGGIO CALABRIA) – La loro esperienza, le loro emozioni ma anche le loro reazioni dopo i fatti tragici di Parigi hanno suscitato una marea di condivisioni sui social dopo che della loro storia si è occupato il sito di un grande giornale nazionale. Un ponte tra l’Islam moderato e l’occidente cristiano. Un dialogo costruito sui banchi di scuola, sotto un Crocifisso quasi benedicente, della cui presenza nessuno si è mai scandalizzato.

Loro, sotto quel Cristo, cristiani e musulmani hanno congiunto le mani pregando insieme anche in nome delle comuni radici di Abramo. Protagonisti di questa storia che da speranza sono stati una quarantina di ragazzi egiziani che da due anni studiano a Polistena una scuola di eccellenza: l’Istituto Tecnico Industriale “Michele Maria Milano”. Sono in tutti circa 400 gli studenti egiziani che frequentano le scuole calabresi. Una cinquantina invece sono nel Lazio e in Piemonte. Un progetto promosso dalla fondazione “Misr El Kheir” del Cairo. Il gruppo di grosso ha scelto l’Itis di Polistena. In poco tempo si sono integrati bene, tanto che qualcuno di essi dopo aver imparato l’italiano comincia persino ad esprimersi in dialetto calabrese.

Tutto è iniziato il giorno dopo gli agguati terroristici di Parigi. «Quella mattina – racconta la loro professoressa di religione Melania Scarcella – li ho visti tristi, ed io in classe, perché e tutti frequentano l’ora di religione, ho cercato di spiegare che il vero Islam non è violento. Ho subito visto che i loro occhi si sono illuminati ed hanno cominciato a recitare versi del Corano dove c’è scritto che l’Islam non è morte ne terrorismo. Molti mi hanno ringraziato e mi hanno invitato a pregare per i ragazzi morti a Parigi e nelle altre parti del mondo. Così è nata spontaneamente l’esperienza della preghiera ecumenica quotidiana. In classe ognuno prega il suo Dio, che è Dio di tutti. Noi con la Bibbia loro con il Corano».

«Un’esperienza bellissima quanto stanno vivendo i nostri ragazzi, siano quelli italiani che quelli egiziani. Quest’ultimi non si sono solo integrati, si stanno facendo amare da tutti – spiega il dirigente scolastico dell’Itis di Polistena Franco Mileto – si riuniscono in un’unica classe per confrontare le emozioni suscitate dagli attentati».

Nei giorni scorsi in Calabria all’Unical (LEGGI) avevano manifestato gli studenti islamici (GUARDA LE FOTO) (GUARDA IL VIDEO) mentre le carcere di Rossano si era registrato il caso dell’esultanza dei prigionieri di fede islamica alla notizia degli attentati di Parigi (LEGGI). A Vibo Valentia e a Cosenza, come in diverse prefetture italiane, si sono tenuti anche vertici per intensificare i controlli (LEGGI). Il Sappe invece, questa mattina, ha visitato il carcere di Rossano (LEGGI): il segretario Capece ha dichiarato che la struttura è inadeguata per la detenzione di terroristi islamici.

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