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VIBO VALENTIA – Il giorno dell’operazione “Furio Camillo”, lo scorso 23 gennaio, si era reso irreperibile. Adesso è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Tropea agli ordini del capitano Francesco Manzone. Nell’inchiesta oltre a Antonio Campisi e Nicola Drommi, finisce anche Giuseppe Ferraro, nicoterese di 23 anni, imprenditore. Anche per lui l’accusa di concorso in tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni dell’imprenditore Alberto Giofré. Il giovane si era rifugiato dalla sorella emigrata Vercelli che poteva assicurargli appoggio logistico. 

Ferraro è stato arrestato sabato scorso dopo che il giovane era uscito per andare a prendere un caffè in centro città. Carabinieri di Tropea e del capoluogo piemontese hanno aspettato che rientrasse a casa della sorella per fare subito irruzione ed ammanettarlo. Si trova adesso nel carcere della città piemontese. 
Scrive di lui il gip: “Il carattere mafioso del metodo utilizzato da Ferraro emerge palesemente dalle modalità della condotta tenuta, senz’altro idonea ad esercitare nella vittima, ben consapevole della particolare caratura criminale del suo interlocutore, quella particolare coartazione psicologica qualificante l’aggravante mafiosa. L’aver affermato, il Ferraro, la necessità da parte della vittima di lasciare “il territorio di Nicotera”, qualora non avesse acconsentito alle richieste estorsive rivoltegli, è chiaramente evocativo del consesso criminale di stampo mafioso – al quale gli indagati risultano notoriamente collegati – esplicante il suo potere proprio sul detto territorio”
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