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SCALEA (COSENZA) – Bruciano i rifiuti provenienti da sfalci del verde, comprese le palme eliminate dopo gli attacchi del punteruolo rosso. Le fiamme si alzano alte nella località Pantano, nei pressi dell’ex autoparco comunale e dell’ecomuseo che ormai di museo non ha più nulla.

I villeggianti e residenti di quella zona protestano. Il fumo denso investe le abitazioni, penetra nella case, si impregna nei vestiti, resta nelle narici.

Che materiale brucia? Si chiedono ancora i cittadini. I vigili del fuoco hanno agito con un’autopompa, ma hanno impiegato diverso tempo per avere ragione sulle fiamme. L’area, da quanto si apprende, è del Comune di Scalea. I cittadini avevano già denunciato il pericolo incendio. Anche i ragazzi del Punto Luce di Scalea nei mesi scorsi nell’ambito del progetto “Media Education”, in un video denuncia, chiedevano alla terna commissariale che amministra la cittadina altotirrenica, di provvedere a rimuovere i cumuli di vegetazione e sporcizia posti a pochi passi da loro. Ma non certamente di eliminarli con il fuoco.

Probabilmente a dare fuoco all’area sono stati i “soliti ignoti”. Ma il danno ambientale non è da poco. Le fiamme altissime e il denso fumo, nel pomeriggio di sabato scorso, erano visibili a distanza. In fiamme anche i tronchi di palme colpiti dal punteruolo rosso. Lo smaltimento di tali piante, forse, per evitare il propagarsi dell’insetto dovrebbe avvenire in maniera diversa. Il fuoco ha covato per diversi minuti al di sotto dei cumuli.

I cittadini che già avevano chiesto la rimozione del materiale hanno sottolineato il paradosso: «Il Comune emette ordinanze per costringere i cittadini a mantenere puliti i loro terreni, pena multe salate, ma poi utilizza il terreno in questione come punto di raccolta di tutta la vegetazione, con questi risultati».

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