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LA quarta sezione della Corte d’Appello di Milano ha confermato le 13 condanne, fino a 24 anni di carcere, emesse in primo grado nei confronti della presunta cosca della ‘ndrangheta dei Valle-Lampada. In particolare, sono state confermate le condanne a 24 anni per Francesco Valle, anziano ‘patriarca’ di 74 anni, e per suo figlio Fortunato, presunti boss della omonima cosca che per anni, secondo la Dda di Milano, ha tenuto ‘sotto scacco’, tra Milano e Pavia, tanti piccoli imprenditori con i classici metodi mafiosi: usura ed estorsioni. 

Per Angela Valle, invece, la condanna di 15 anni e 6 mesi è stata leggermente ridotta e portata a 15 anni e 2 mesi. Anche quella per un altro imputato, Antonio Spagnolo, è stata lievemente abbassata, mentre per Riccardo Cusenza è stata alzata fino a 10 anni, perchè per lui è stato riconosciuto anche il reato di associazione mafiosa, come chiesto dalla Procura, che non gli era stato attribuito nella sentenza di primo grado. Una decina di imputati, tra l’altro, nelle scorse udienze avevano, in sostanza, rinunciato a difendersi, revocando il mandato ai legali, perchè, a loro dire, il «verdetto era già scritto». Molti difensori, tra l’altro, tra cui gli avvocati Giuseppe Nardo, Ivano Chiesa, Amedeo Rizza e Manlio Morcella, avevano fatto notare a più riprese che «in violazione delle regole» tre distinti procedimenti sul clan Valle-Lampada «sono finiti tutti davanti alla stessa sezione» d’appello, la quarta, presieduta da Luigi Martino.
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