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POTENZA – Oggi è il giorno della sentenza. Dopo 18 anni si saprà chi ha ucciso Elisa Claps. Un nome, quello di Danilo Restivo, che c’è da sempre, dai primissimi istanti, in questa storia. Ed è lui l’unico imputato per l’omicidio della ragazza. Ma non è certo lui, secondo i Claps, l’unico colpevole per quello che è successo. Per questo tiene banco la notizia dell’apertura di un’inchiesta della procura di Salerno sulla perizia svolta sui reperti ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. A parlare è il professor Vincenzo Pascali che si è detto entusiasta di sapere che gli inquirenti stanno vagliando l’accaduto perchè il loro lavoro «permetterebbe di fare definitiva chiarezza non solo sulle modalità adottate, e sugli esiti conseguiti dall’incarico tecnico che ho svolto per il gup, nel contesto della vicenda giudiziaria, ma sull’intero contesto in cui esso si è svolto». Pascali (in foto), capo del dipartimento di genetica dell’Università cattolica di Roma è il perito che svolse l’accertamento senza rilevare la presenza del Dna di Danilo Restivo sui reperti recuperati dalla polizia, in particolare sulla maglia che non venne proprio presa in considerazione, mentre è lì che due ufficiali del Ris hanno trovato una traccia riconducibile «oltre ogni dubbio» al parrucchiere di Erice, collocandolo sulla scena del delitto. Per Pascali, assistito dall’avvocato Michele Gentiloni, «un’eventuale iniziativa della procura di Salerno contribuirebbe a valutare le reali conseguenze e l’esistenza di un contenuto diffamatorio nella campagna orchestrata nei miei confronti, nel corso degli ultimi mesi, da qualche ambiente giornalistico, i cui interessi si intrecciano con alcuni dei protagonisti della vicenda Claps». Nomi non ne fa, il professore, ma il contenzioso legale aperto con Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha visto?”, è un fatto noto, come il fatto che in libreria sia in vendita un libro scritto a quattro mani dalla stessa Sciarelli e da Gildo Claps, benchè i proventi saranno destinati in beneficenza.
Il contrasto tra la perizia di Pascali e quella dei Ris sarà comunque un punto di forza nella difesa dell’avvocato Mario Marinelli che ha già annunciato che chiederà l’assoluzione per Restivo. Pascali ha sfidato tutti affermando che non esiste una letteratura scientifica per casi simili, e che va ancora dimostrata la possibilità di analizzare tracce di saliva o sudore risalenti a diciassette anni prima, rimaste esposte per tutto il tempo in un ambiente arieggiato come il sottotetto della Trinità. Poi c’è persino uno strano slittamento del corpo che stando a quanto dice l’anatomopatologo Francesco Introna si sarebbe spostato di qualche centimetro dal sito originale di giacenza. Senza la certezza assoluta della prova genetica sulla presenza di Restivo sulla scena del delitto resterebbe la “firma” del taglio di alcune ciocche di capelli della ragazza, e non è un caso che il pm Luigi D’Alessio sia tornato sul punto ieri mattina concludendo la requisitoria dell’accusa. È stato l’assassino ad effettuare quei tagli? O è intervenuto qualcuno che ha pensato bene anche di aprire una finestra tra le assi del sottotetto per fare uscire i miasmi della decomposizione. Entro stasera spetterà al gup Elisabetta Boccassini venire a capo di tutti questi misteri.

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