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CATANZARO – I giudici della Corte d’appello di Catanzaro hanno rigettato la richiesta di acquisizione di documentazione avanzata dai difensori dei nove imputati nel processo per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne morta a Cosenza il 26 gennaio 2007 dopo una settimana di coma a seguito di un intervento di appendicectomia effettuato all’ospedale di Vibo Valentia il 19 dello stesso mese e durante il quale si verificò un black out in sala operatoria. Alcuni dei difensori avevano chiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta bis sulla morte di Federica, che ha portato al rinvio a giudizio di altre quattro persone, e dell’inchiesta, svoltasi a Salerno, nei confronti dell’allora procuratore di Vibo Valentia, Alfredo Laudonio. Dopo la decisione della Corte, sono iniziate le arringhe dei difensori che proseguiranno anche domani ed il 26 aprile prossimo, giorno in cui è prevista la sentenza. Il 29 marzo scorso aveva parlato il sostituto procuratore generale Domenico Prestinenzi che aveva chiesto la condanna dell’unico assolto in primo grado ed un aumento di pena per sette degli altri otto imputati. Nel processo d’appello sono imputati Francesco Talarico, all’epoca dei fatti direttore generale dell’Azienda sanitaria di Vibo Valentia; Antonino Stuppia, titolare dell’impresa che aveva realizzato l’impianto elettrico nella sala operatoria in cui fu eseguito l’intervento; il medico Matteo Cautadella; Alfonso Luciano, ex direttore sanitario aziendale; Roberto de Vincentiis, ex direttore dei servizi tecnici dell’Azienda sanitaria; Pietro Schirripa, ex direttore sanitario dell’ospedale Iazzolino; Antonio Bruni, consulente incaricato di seguire l’esecuzione dei lavori per la realizzazione dell’impianto elettrico nella sala operatoria; Nicola Gradia, responsabile di un settore dei servizi tecnici; l’anestesista Francesco Costa. 

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