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Quattro anni di reclusione per l’ex consigliere regionale del Pdl Santi Zappalà e quasi duecento anni di carcere complessivi per gli altri imputati. Questa la richiesta avanzata dal pm Giovanni Musarò nell’ambito dei procedimenti “Reale 1” e “Reale 3”, unificati all’interno dell’aula bunker di Reggio Calabria. Le richieste dell’accusa nei confronti degli affiliati alla cosche Pelle di Bovalino e Ficara, di Reggio Calabria e dei soggetti vicini ai clan: 20 anni ciascuno sono stati richiesti per Giuseppe Pelle, Rocco Morabito, Giovanni Ficara e Antonino Latella, 14 anni per Domenico Pelle, 12 anni per Sebastiano Pelle, 8 anni e 8 mesi per Costantino Billari, 10 anni per Giuseppe Mesiani Mazzacuva, 10 anni e 8 mesi per Antonio Pelle, 8 anni e 8 mesi per Mario Versaci, 8 anni per Pietro Nucera, 8 anni per Filippo Iaria, 6 anni per Antonio Pelle, 8 anni per Giovanni Macrì, 2 anni e 8 mesi per Francesco Iaria, 2 anni e 2 mesi per Liliana Aiello e, da ultimo, 4 anni per l’ex consigliere regionale del Pdl, Santi Zappalà.
L’inchiesta “Reale” iniziò ad aprile del 2010, con l’operazione che portò alla ribalta la figura del commercialista Giovanni Zumbo, l’uomo che avrebbe informato i boss Giuseppe Pelle e Giovanni Ficara su importanti indagini contro la criminalità organizzata. Il secondo filone dell’inchiesta, invece, si occupò delle presunte infiltrazioni della cosca Pelle all’interno dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Da ultimo, invece, il terzo filone dell’indagine andò a toccare i presunti accordi politico-mafiosi, messi in piedi dalla cosca Pelle, anche con Santi Zappalà, candidato ed eletto con cifre altissime in quota Popolo della Libertà.

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