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LE dichiarazioni rese dall’assessore Erminio Restaino nel corso dell’ultima seduta della direzione regionale del PD continuano ad alimentare la discussione (per la verità solo giornalistica, stante la quasi completa assenza di interventi di rappresentanti politici) e ad essere oggetto di numerosi tentativi di interpretazione. Certo, la frase in cui parla dell’esistenza di una “procura parallela” nell’ambito della Regione Basilicata costituisce un’immagine suggestiva, in grado di catturare l’attenzione anche del più distratto degli osservatori.Non so se sia stato un tentativo per allontanare da sé i sospetti generati dalle indagini sul “clientelismo all’Arpab” o la denuncia di una situazione che – se vera – sarebbe estremamente grave, evocando settori deviati della P.A. di cui certo non abbiamo bisogno. Dichiarazioni comunque pesanti, su cui la magistratura non potrà fare a meno di indagare, dal momento che gettano ombre fosche anche sulla “procura ufficiale”, che sarebbe condizionata nel suo operato quotidiano. La Basilicata ha bisogno di discutere di una “procura parallela” o del gossip che sta investendo il Presidente De Filippo e che lui per primo ha denunciato pubblicamente? Io penso proprio di no: anzi, in un momento di drammatica difficoltà (disoccupazione in continuo aumento, povertà ai massimi storici, emergenze ambientali diffuse sul territorio) la politica dovrebbe porsi ben altre priorità. Soprattutto in una Regione come la nostra dove molte indagini hanno tentato d evidenziare (per la verità con scarsi risultati giudiziari) collisioni a tutti i livelli tra potere politico, imprenditori e magistratura. Dove troppi sono ancora i misteri che avvolgono fatti di cronaca recenti e non (basti pensare all’omicidio di Elisa Claps, a quello di Vincenzo De Mare, di Domenico Di Lascio, etc. etc.). Dove l’inchiesta “Toghe Lucane bis” sta evidenziando uno scontro furioso tra magistrati e forze dell’ordine “l’un contro l’altro armati”. Ma – in tutto questo – penso sia giusto chiedersi dove sia finita l’anima riformista del centro-sinistra e le capacità della Politica di governare i processi e non subirli. Non penso che tutti quelli – e sono tanti – che hanno difficoltà a trovare un lavoro o a difendere quello che hanno, a fare la spesa o a dare ai propri figli la speranza di un futuro in questa terra, siano molto interessati alle vicende private del governatore che – se non interferiscono con la sua azione di governo – è giusto che restino tali! Chi svolge un ruolo pubblico subisce, soprattutto in piccole realtà come le nostre, i commenti malevoli o gli strali dettati dall’invidia. Una comunità cresce anche se e quando riesce a tenere tali “episodi” entro il loro limite fisiologico (forse superato nell’occasione). Tuttavia, vedere la discussione “politica” fossilizzata da un lato sulla procura parallela e dall’altro sul gossip privato che ha investito il Presidente De Filippo, non mi sembra prova di maturità. Certo, non si può addossare tale responsabilità ai giornalisti, visto che sono stati esponenti politici di primo piano a farne accenno in sedi in cui non potevano essere ignorate. Ritengo, tuttavia, che per il centro-sinistra lucano sia arrivato il momento di girare pagina, facendo ricorso al contributo di tutti e lasciando alla magistratura “ufficiale” il ruolo che le compete. E – da questo punto di vista – pur consapevole di correre il rischio di essere annoverato tra gli ingenui o i disincantati, penso sia arrivato il momento in cui la Politica deve tornare a programmare, allontanandosi dalla gestione (e dai rischi ad essa connaturati), mostrando grande trasparenza e chiarezza. E’ arrivato il momento in cui la Politica non può più trincerarsi dietro risposte di comodo o elusive, ma deve fornire – senza tentennamenti – le risposte che le vengono chieste. Esiste davvero una “procura parallela”? Se si, da chi è formata e con quali scopi? Si esca – una volte per tutte – dagli equivoci e si dica con chiarezza come stanno le cose. Certo non si risolveranno tutti i problemi, ma sarebbe un segnale importante per una Politica attenta ai bisogni della collettività e non (solo) alla gestione del potere; interessata a recuperare, almeno in parte, la credibilità perduta.

Alessandro Singetta
*Capogruppo API in Consiglio Regionale

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