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CATANZARO – Sono stati tutti fermati i presunti membri della banda che, da maggio 2013, terrorizzava le prostitute del Basso Jonio Soveratese a scopo estorsivo. L’operazione in codice è denominata “Luxury” Le forze dell’ordine, come riferito in una conferenza stampa questa mattina al Comando provinciale dei carabinieri a Catanzaro,sono dovute intervenire proprio per la pericolosità dei soggetti e per evitare una eventuale fuga. 

LA DENUNCIA DI PLACANICA – Ciò a seguito della notizia in esclusiva pubblicata dal “Quotidiano della Calabria” in cui un testimone oculare, l’ex carabinieri implicato nei gravi fatti del G8 di Genova nel 2001, Mario Placanica, ha raccontato la drammatica vicenda in cui era stata violentata una prostituta davanti ai suoi occhi, dopo che lo stesso Placanica era stato picchiato e minacciato. Ed aveva anche riconosciuto i balordi dalle foto segnaletiche dopo la denuncia presentata alla Compagnia dei carabinieri di Soverato. Il blitz del Nucleo operativo dei carabinieri di Soverato e del Comando provinciale è scattato oggi all’alba. Sono stati fermati nove soggetti per cui le accuse, a vario titolo, contestate dalla Procura della Repubblica sono pesanti: rapina, tentata rapina, lesioni personali, violenza sessuale, tentata estorsione, violenza privata e detenzione illegale e porto abusivo di arma comune da sparo. 

I NOMI DELLE PERSONE ARRESTATE – Si tratta di Giovanni Catrambone 26 anni di Gasperina, Santo Domenico Cozza 51 anni di Montepaone , Pietro Mesuraca, 45 anni di Montepaone, Salvo Gregorio Mirarchi 23 anni di Montepaone, Alessandro Pitingolo 29 anni di Stalettì, Giuseppe Pitingolo 31 anni di Soverato, Salvatore Romeo22 anni di Montepaone, Fabio Voci 20 anni di Montepaonee Vincenzo Voci 20 anni di Montepaone. 

IL PIZZO IMPOSTO ALLE PROSTITUTE – In sostanza da quanto emerso dalla conferenza stampa con il procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo e l’aggiunto Giovanni Bombardieri e con il capitano della Compagnia di Soverato Saverio Sica e il tenente del Nucleo operativo Radiomobile, Francesco Gammone e D’Antona la banda minacciava le prostitute al fine di far pagare loro un pizzo settimanale da 250 a 500 euro. E quando qualcuna di loro si ribellava veniva picchiata e in qualche caso anche violentata. Come l’episodio accaduto a novembre 2013 di cui è stato testimone l’ex carabiniere Mario Placanica. Le prostitute venivano contattate su un sito Internet Bakeca Incontri.

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