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SAN COSMO ALBANESE (CS) – Proseguono senza sosta le indagini per risalire al responsabile dell’omicidio di Carmine Avato, l’incensurato di 52 anni ucciso sabato notte a San Cosmo Albanese davanti alla sua abitazione (LEGGI).

Il silenzio assordante della notte, poi i colpi secchi e le urla dei residenti. È stato ammazzato con quattro colpi al torace Carmine Avato di 52 anni, residente nel piccolo centro della Sila Greca. Un fatto di sangue per cui, al momento, non c’è un colpevole. Certamente, però, c’è un preciso sospetto e un preciso movente, riconducibile a problemi e interessi nell’alveo strettamente privato, ma non di natura passionale. Ne sono convinti gli inquirenti, il pm di turno, Maria Grazia Anastasia e il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla. I magistrati ed i carabinieri della Compagnia di Corigliano hanno già le idee chiare e stanno stringendo il cerchio sull’autore del crimine. L’indagine potrebbe avere prestissimo una svolta. Mancherebbero solo pochi riscontri per procedere all’incriminazione dell’indiziato.

È STATO UN OMICIDIO ORGANIZZATO – Secondo quanto trapelato da ambienti giudiziari, l’assassinio di Carmine Avato sarebbe stato organizzato. L’arma utilizzata, il luogo dove è avvenuto il delitto ed il movente ipotizzato dai pm, sono tre coordinate che individuano un unico punto, su cui concentrare l’attività investigativa. La verità è a un passo. I militari dell’Arma fin da subito, hanno iniziato a sentire conoscenti e amici della povera vittima. Poi ieri sera sono stati ascoltati anche alcuni parenti. L’uomo, che di mestiere fa il muratore ma, che negli ultime tempi si dedicava pure alla raccolta nelle campagne, è stato sparato proprio sotto casa. L’orologio batteva mezzanotte e nel paesino di San Cosmo regnava la quiete.

Una quiete apparente, però. Perché qualcuno nella calma e nel buio della notte era in attesa di aspettare il momento giusto, vale a dire l’arrivo del bersaglio predestinato, per mettere in atto il piano omicida. E così prima dell’una, alcuni rimbombi hanno squarciato il silenzio notturno di San Cosmo. Boati che hanno subito svegliato gli abitanti del piccolo centro che, dopo aver temporeggiato qualche minuto, si sono affacciati, accorgendosi del corpo tutto sanguinante dell’uomo, per strada. Lo sportello della sua Opel era ancora aperto, mentre il suo cadavere giaceva sull’asfalto umido. L’assassino lo avrebbe, infatti, aspettato sotto casa, una palazzina poco distante dalla rotatoria che porta dritto al santuario del paese. Lì, davanti il cancello dell’appartamento in cui vive con la moglie ed i tre figli, da cui però – riferiscono voci informate – era “separato in casa” da diversi anni.

La dinamica esatta dell’omicidio è chiara, ma c’è ancora qualche dettaglio al vaglio dei militari dell’Arma, che dovranno valutare ogni singolo elemento prima di stilare la loro informativa . Da una prima ricostruzione pare che l’uomo fosse tornato da una serata trascorsa con amici in una trattoria sulla strada che collega Vaccarizzo Albanese a San Cosmo. L’uomo era solito andare lì: una partita a carte e qualcosa da bere. Sabato sera avrebbe fatto esattamente le stesse cose, salvo trovare poi il suo carnefice ad attenderlo davanti casa. Carmine Avato potrebbe averlo visto in faccia la persona che ha premuto il grilletto. La vittima è stata, infatti, colpita davanti, all’altezza del torace, e mentre scendeva dall’auto. Potrebbe non essersi accorto di avere vicino qualcuno. Oppure sì, ma non immaginando mai – verosimilmente perché volto conosciuto – di ritrovarsi un’arma da fuoco puntata al cuore. E’ successo tutto in pochi attimi e anche chi ha sentito gli spari, non avrebbe fatto in tempo a vere l’assassino. Chi è uscito in strada ha visto solo il cadavere a terra e tanto sangue. Gli investigatori, ieri, hanno raccolto informazioni da vicini di casa, amici e conoscenti, oltre che dalla moglie e dalla prima figlia.

La stessa che ha saputo della morte del padre quando, nel rientrare a casa, ha trovato la strada sbarrata dalle macchine dei carabinieri. L’ipotesi sul movente è che sarebbe rintracciabile nella vita privata del cinquantenne ucciso, incensurato. Procedendo in tale direzione la procura sta mettendo sotto la lente alcune situazioni sviluppatesi e inaspritesi di recente e che sarebbero culminate con la decisione di uccidere. A rappresentare la famiglia dell’uomo sono gli avvocati Salvatore Barca e Salvatore Mondera, mentre per la moglie (dalla quale si sarebbe dovuto separare davanti al giudice tra dieci giorni) gli avvocati Chiara Penna e Antonello Calvelli.

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