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POTENZA – Non c’è l’unanimità, anzi, ma a meno di sorprese il Csm sceglierà tra loro 4 il nome del nuovo procuratore capo di Potenza. Intanto dovrebbe partire subito il bando per quel posto da procuratore aggiunto da sempre previsto in organico eppure mai messo a concorso: un vice per dividere le responsabilità soprattutto della guida della Direzione distrettuale antimafia.

Si è riunita ieri mattina la V Commissione del Csm per decidere la rosa dei papabili per l’ufficio retto dal facente funzioni Laura Triassi, che circa un anno e mezzo fa ha preso il posto di Giovanni Colangelo, tuttora a capo della procura più grande d’Italia nel capoluogo partenopeo.

Alla fine dei 29 candidati di partenza molti hanno già raggiunto altre destinazioni come il sostituto procuratore generale Giovanni Giorgio partito da Potenza per dirigere la procura di Macerata, e il procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli tornato nella “sua” Napoli. Entrambi concorrenti temibili, come pure il lucano “doc” Giancarlo Grippo, da tempo alla della procura di Vallo della Lucania e al primo posto tra tutti per anzianità di servizio. La sua assenza tra i nomi su cui si sono orientate le preferenze dei membri della Commissione è destinata a lasciare interdetto chi ancora oggi coltiva un ottimo ricordo del suo periodo di reggenza a Potenza, nell’interregno tra Giuseppe Galante e Colangelo. Ma è evidente che sulla votazione hanno prevalso logiche di corrente, le stesse che hanno alimentato un dibattito sotterraneo trascinando la decisione fino ad oggi.

In vantaggio, con due voti a testa, ci sono l’attuale procuratore aggiunto di Santa Maria Capua a Vetere Luigi Gay, sostenuto dai “centristi” di Unicost con simpatie di centrodestra (la moglie è assessore nella giunta Pdl di Caserta), e Francesco Mandoi, sostituto di Franco Roberti alla Direzione nazionale antimafia, che è sostenuto da Magistratura democratica e nel ‘94 è stato anche candidato alle politiche con i Progressisti in quota Pds, ma a Potenza, dove è stato in servizio come pm a metà degli anni ‘90, può contare anche di amicizie tra i conservatori di Magistratura Indipendente. Dietro di loro con un voto a testa ci sono il lucano Gianfranco Donadio, a sua volta sostituto della Dna e l’ex procuratore di Ariano Irpino Luciano D’Emmanuele, appena “accorpato” nella neonata procura di Napoli Nord. Il primo ha ricevuto la preferenza di un membro non togato della commissione che è espressione del Partito democratico, mentre il secondo è il candidato di bandiera di Magistratura Indipendente.

Chiaro quindi che nel plenum del Csm a fare la differenza potrebbero essere la stima trasversale di cui può godere Mandoi, a differenza di Gay che privato anche del sostegno di MI resterebbe fermo ai “suoi” senza riuscire ad allargare di un centimetro il sostegno alla sua candidatura. A meno di cogliere inaspettate simpatie tra i laici del Pd, che però a loro volta sarebbero portati in maniera naturale a  confluire sul candidato degli “amici” di Md.

l.amato@luedi.it

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