X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

MATERA 2019 e la libera informazione. Diventano argomenti legati anche paradossalmente. Esprimere infatti opinioni a favore della candidatura diventa automaticamente essere asserviti ad un determinato tipo di potere. Esclamazioni libere diventano improvvisamente il pretesto colto da chi si nasconde dietro la nobile arte della satira per ricorrere alle offese libere e gratuite. E lo fa, vigliaccamente, dietro un sostanziale anonimato. Mi ritrovo quindi a leggere vere e proprie diffamazioni su un sito di nome Materatown. Chi lo gestisce? Di chi si tratta? Un mistero. E mi tocca leggere: “Basta con questo “clichè” della ferrovia che non abbiamo. Vent’anni fa poteva avere un senso, ma adesso Piero Quarto ha la patente e accompagna lui Verri quando vuole andare a Torino. Gli compera il “camogli” in autostrada e se l’ascensore è rotto gli porta pure le valigie fin dentro casa!»
«Affermare che Piero Quarto lavora per Lucia Serino che è la moglie di Paride Leporace che lavora per la Regione Basilicata che non ha mai risolto il problema della ferrovia è anche questo un vecchio clichè?».
Offese a cui dedico dopo un piccolo travaglio (perchè certe cose gratuite dovrebbe essere meglio ignorarle) qualche riga di chiarezza. La posizione e le posizioni assunte sulla candidatura come tutte le altre prese rientrano nell’onestà intellettuale di chi le esprime. Giusta o sbagliata che sia non può essere ridicolizzata, nè tantomeno venduta al miglior offerente da chi vigliaccamente continua a sputare veleno senza avere il coraggio di mostrarsi in volto con nome e cognome.
La seconda considerazione, e qui mi rivolgo ad Ordine dei giornalisti ed Associazione della Stampa, riguarda la credibilità di una professione che vive un momento di cambiamento e una crisi “esistenziale”. Io credo però che i giornalisti che fanno con onestà, quotidianamente questo lavoro, mettendoci la faccia abbiano diritto ad essere tutelati e distinti da questi siti che sputano veleno senza avere nemmeno il coraggio di palesarsi.
Oggi che ci viene chiesto un aggiornamento professionale adeguato minacciando addirittura il ritiro della tessera professionale, bisognerebbe avere altrettanta attenzione nel definire e nel combattere chi non può spacciare questa professione. Chi non può diventare interlocutore giornalistico di testate nazionali o locali perchè non ne ha titolo, non svolge questo lavoro così come io non posso difendere un imputato in tribunale, nè progettare un palazzo.
Qualcuno mi diceva di ignorare. Non voglio, non posso e non credo sia giusto farlo. Si può discutere la mia capacità professionale, ma non la mia onestà intellettuale. Ma soprattutto non ci si può nascondere dietro l’anonimato per scrivere queste cose. I giornali hanno un direttore responsabile che risponde di ciò che viene scritto. I siti, meglio certi siti, sono la terra di nessuno. Ognuno può fare ciò che gli pare. Mettendo gli altri alla berlina. Se Ordine, Associazione, giornalisti, cittadini non interverranno ed allora il veleno che si potrà spargere non avrà mai fine.
E a differenza dei giornalisti che firmano, scrivono e sono responsabili, non ci saranno neanche responsabilità. I vigliacchi l’avranno vinta. Una realtà per me inaccettabile.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE