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Si sono dati appuntamento alle 10,30 di domenica 24 novembre, davanti il campo di clacio, gli abitanti di questa frazione di Melfi per urlare il proprio dissenso di fronte alla costruzione id una discarica di rifiuti speciali deliberata nel 2002, vale a dire 13 anni fa dalla Regione Basilicata e ratificata dalla Provincia. Con striscioni attaccati alla recinzione del campo sportivo hanno detto no alla costruzione di questo mostro.Antonio Pippa di 78 anni, guardando le distese di campi coltivati che circonda questa frazione, con un pizzico di rabbia, ha sostenuto: «siamo contrari alla costruzione di questa discarica perché viviamo di agricoltura. Con l’arrivo di questa discarica, i nostri terreni e nostre falde acquifere verranno sicuramente inquinate. Gli scoli d’acqua che dai nostri terreni vanno a finire nel vicino fiume Ofanto, cosa porteranno? Già abbiamo il mostro della Fenice a pochi passi! Qui ci sono pascoli, che devono mangiare le pecore? Come faremo a spiegare ai bambini la storia di questa discarica? Dal 2002 che questo programma è stato firmato, perché siamo a conoscenza solo ora, dopo 13 anni? Non si fa così la politica, se ha sbagliato, deve pagare». 

Gerardo Curatella ha aggiunto: «tutti sanno che le discariche non portano benessere, ma solo malattie e morte, vedi Fenice!»

 Franco Caputo è disposto a fare guerra: «meglio morire lottando per un pezzo di terra, non di malattia».

E nella giornata di ieri anche il calcio ha voluto dare il proprio contributo alla battaglia. Hanno protestato anche i giocatori dello Sport Melfi, una società nata 30 anni fa, che milita nel campionato di 1^ Categoria, girone A. Insieme alla squadra ospite, l’Atella ed all’arbitro, dopo l’ingresso in campo, al fischio dell’arbitro, per tre minuti si sono fermati, indossando entrambe le squadre una maglietta tutta verde, simbolo della natura, con scritta: “no alla discarica”. Una forma di protesta condivisa dagli abitanti di questa frazione, che dall’agricoltura, trae la sua fonte di guadagno. Avvicinato il presidente dello Sport Melfi, Alessandro Mancino ha spiegato i motivi di questa protesta: «da anni che giochiamo su questo campo e non potevamo restare insensibili di fronte alla costruzione di una discarica di rifiuti speciali, prevista a pochi passi dal campo sportivo. Siamo entrati in campo con la divisa verde, simbolo di ambiente e natura, che va preservata. A livello sportivo, ma sopattutto socio-economico non possiamo subire danni al nostro habitat naturale. Se non viene ritirato questo piano, ci ritiriamo dal campionato!». Intanto il comitato contro la discarica di Leonessa da oggi attiverà altre forme di protesta perché entro il 13 gennaio 2014 dovranno giungere le osservazioni all’Ente responsabile per la costruzione di questa discarica.

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