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I cittadini materani continuano a lamentare odori sgradevoli in diverse zone della città, da quelle periferiche a quelle più centrali, nelle vicinanze della Italcementi, delle zone industriali ma anche nei Sassi, vicino il torrente Gravina. Un problema che torna ciclicamente e che può derivare da diverse cause: dal malfunzionamento dei depuratori allo smaltimento dei residui industriali non a norma, alla combustione di materie non idonee nelle aziende. Pio Acito, coordinatore di Legambiente a Matera, ha per questo convocato un tavolo di lavoro a cui hanno partecipato l’assessore comunale all’Ambiente Stefano Zoccali, il consigliere comunale Paolo Manicone, il Comitato “No inceneritore” e alcuni cittadini vittime dei miasmi.
«È necessario che l’amministrazione comunale si attivi per istituire – ha detto Pio Acito – un osservatorio permanente sulla qualità ambientale, per avere un monitoraggio continuo di quali materie entrano e quali bruciano nelle aziende, in particolare nelle ore notturne, e per analizzare gli effetti sul terreno. Dal mio punto di vista, dovrebbero esserci delle pattuglie nei pressi delle zone industriali che controllino quello che accade e che siano pronte a intervenire. Dobbiamo renderci conto che la cultura di cui siamo capitale si costruisce anche sulle buone pratiche ambientali e che, se questa situazione non viene risolta, sarà danneggiata la salute dei cittadini, perché il problema sta proprio nelle polveri emanate dai cicli di combustione e che inevitabilmente respiriamo».
Sulla stessa linea risolutiva sono sia l’assessore Zoccali che il consigliere Manicone. Il primo ha innanzi tutto sottolineato come l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), introdotta con decreto del 2005 e che prevede il ricorso delle aziende alle migliori tecniche disponibili per limitare ed eventualmente abbattere tutte le fonti di emissioni nocive nell’ambiente, non abbia avuto abbastanza efficacia e pertanto vada rivista. «Dobbiamo lavorare non più per emergenza – ha affermato l’assessore – ma sulla definizione di un quadro strategico che influisca sul piano di sviluppo della città, anche per quel che riguarda lo smaltimento dei rifiuti, tema su cui ritengo necessario un dibattito con la cittadinanza e non solo l’affidamento dell’incarico a una singola impresa. In provincia di Matera e in tutta la Basilicata – continua Zoccali – siamo infatti quasi ai livelli di Napoli e se avessimo avuto un’imprenditoria che, invece di innamorarsi della discarica, avesse investito sui macchinari per lo smaltimento dei residui di lavorazione, saremmo già riusciti a creare un progetto industriale sui rifiuti». Il consigliere Manicone fa riferimento al bilancio comunale, dando conferma che in questo momento non sarebbe possibile affidarsi e pagare un consulente privato (si fa anche il nome dell’ingegner Paolo Rabitti, noto consulente negli ultimi decenni delle Procure in importanti processi ambientali, come quello sullo scandalo “eco-balle” in Campania, ndr.) e che sia necessario ricorrere a strutture pubbliche del settore ambientale affidabili. «In occasione della Commissione Ambiente, convocata dal presidente Michele Casino il 9 settembre, sul tema dello smaltimento rifiuti – ha detto Manicone – mi impegno a farmi portavoce di quanto emerso da questo incontro per trovare rapidamente delle soluzioni». I cittadini seduti al tavolo di lavoro non hanno però intenzione di stare fermi ad aspettare e procederanno in parallelo inviando una lettera di denuncia alla Procura.

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