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MIGLIONICO – La piaga dei furti di rame ha toccato il territorio comunale di Miglionico.

Le indagini per cercare di risalire all’identità di chi, qualche notte addietro nella campagna miglionichese ha tranciato cavi elettrici in rame dai tralicci della zona agricola dei “Pantoni”, adiacente alla Statale 7, quella che porta a Matera, non hanno, almeno ufficialmente, finora alcun colpevole.

Oltre un chilometro di cavi elettrici, stante il numero di pali e tralicci visibilmente rimasti orfani del cavo di conduzione, sono stati trafugati per alimentare il mercato illegale delle compravendita dell’oro rosso. Così è chiamato il rame che ha un prezzo di mercato di circa 7 euro al chilo e che rappresenta il movente principale di questo genere di furti.

Un furto che porta gente a rischiare finanche la vita, per arrampicarsi su tralicci o sventrare centrali elettriche per appropriarsi illegalmente di quel rame. Un furto che, oltre a provocare danni alle aziende, in questo caso l’Enel, provoca danni e tutta la collettività. L’intera zona agricola miglionichese sulla quale insistono diverse casette di campagna, è rimasta senza energia elettrica e ci vorranno giorni affinché  si possa tornare alla normalità.

L’oro rosso ha oramai un’area di esportazione molto vasta che va dall’est Europa a India e Cina. La filiera clandestina prevede che il metallo venga rubato, comprato e immediatamente fuso dai grossisti e poi trasformato in barre per essere rivenduto.

La Basilicata e Miglionico che sembravano isole felici, almeno rispetto alla vicina Puglia dove tale fenomeno è ben più devastante, sta vedendo una crescita vertiginosa di questo tipo di reato.

Dall’inizio dell’anno, questa razzia perpetrata ai danni dell’Enel,  è il terzo furto di rame messo a segno nella comunità. Il primo caso si ebbe ai danni del maniero federiciano del Malconsiglio, dalle cui pareti furono asportati una ventina di  metri di grondaie e pluviali in rame, utilizzati per la raccolta dell’acqua piovana. A seguire, in primavera, furono tranciati e rubati oltre 600 metri di cavi elettrici nella zona rurale della contrada “Trinità”.

Una escalation, sulla quale stanno indagando i militari della locale stazione dei Carabinieri, guidata dal maresciallo Lorenzo Mele. Una escalation del fenomeno a livello nazionale con furti a ripetizione sulle reti Enel, Telecom e Ferroviarie, che ha indotto da qualche tempo le aziende e il Ministero dell’Interno a costituire l’Osservatorio nazionale sui furti di rame. Un osservatorio che sta lavorando al contrasto di questo reato, con la creazione di un consorzio per la tracciabilità, per monitorare le transazioni della filiera di questo metallo. 

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