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REGGIO CALABRIA – Ha vissuto a Santo Domingo dal giorno della sua fuga fino ad ieri sera Cristoforo Adorno Alati, il latitante catturato dalla polizia al valico di frontiera di Ventimiglia e ritenuto il capo di un’organizzazione dedita alle rapine ed ai furti in gioiellerie e banche a Reggio Calabria e Messina.   L’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dirette dal Procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Raho e dal pm Luca Miceli, si era reso immediatamente irreperibile il 29 novembre 2012 quando, con l’operazione denominata «Rolex», erano stati arrestati gli altri sette componenti la banda, ed era subito fuggito a Santo Domingo. 

Dalle intercettazioni è poi emerso che, con l’aiuto dei familiari, Adorno Alati sarebbe rientrato in Italia nei primi giorni di giugno facendo scalo prima all’aeroporto di Bruxelles e poi in quello di Nizza per evitare di sbarcare direttamente in Italia dove era ricercato. A prenderlo all’aeroporto francese sarebbe andato il padre con un’auto a noleggio.   Gli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria, con l’aiuto di quelli di Milano, Genova ed Imperia, hanno organizzato un servizio di appostamento che nel tardo pomeriggio di ieri ha consentito l’arresto del latitante alla frontiera di Ventimiglia.   Adorno Alati, oltre ad essere considerato il capo della banda, è accusato di avere partecipato personalmente alla rapina compiuta il 5 febbraio 2011 ai danni della gioielleria Versace di Reggio Calabria e a quella del 21 febbraio 2011 ai danni della gioielleria Nicosia di Milazzo (Messina). In entrambe le occasioni i rapinatori avevano minacciato i titolari con armi che, secondo l’accusa, erano state acquistate illegalmente da Adorno Alati. 
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