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LA lista in calce è tutta di nomi. Punto. Senza cariche, senza ruoli. 
Donne, tutte, varie età, varie estrazioni, vari mestieri, varie storie. Scuola, sindacato, libera professione, antimafia, polizia, giustizia, politica, cultura, spettacolo, arte. 
E così via, dentro pezzi di società che in Basilicata si è persa per strada un pezzo di rappresentanza, quella di genere. 
Per questo nasce il comitato “Democrazia, Partecipazione, Genere”, perché non basta lamentarsi se in consiglio regionale ci sono solo uomini tra i banchi. 
Se il problema è un po’ culturale, un po’ di metodo, ecco che serve avviare un percorso di lungo termine.
«Quanto avvenuto in Basilicata di recente, vale a dire l’elezione di un nuovo consiglio regionale composto interamente al maschile, non può non far riflettere quante e quanti hanno realmente a cuore le istanze della partecipazione e della democrazia», dicono (l’elenco delle prime sottoscrizioni in pagina) in un documento messo a base della discussione. 
Ma «a nulla o a poco servono le polemiche se non ci si avvia su un percorso di lungo periodo che miri a trasformare la cultura civile e politica della comunità lucana, per consentire l’affermarsi di una democrazia vera, che veda una consistente partecipazione delle donne ai ruoli decisionali, politici, istituzionali.»
Il passaggio dalla critica alla pratica è un insieme di azioni, pensieri, incontri, «donne e uomini, al di là degli schieramenti e delle appartenenze, per porre fine a questo stato di cose.» 
Destra e sinistra, chiunque è ben accetto. Ci sono un blog e una mail a cui scrivere per sottoscrivere il documento (comitatodpg@gmail.com).
Presto, annunciano, l’autoconvocazione di un’assemblea nel corso della quale verrà stilato un documento programmatico.
«Fin quando una parte consistente della società è così “oscurata”, non c’è democrazia, non c’è crescita.»
Tra gli obiettivi, «definire priorità, programmi che consentano di lavorare per ampliare la partecipazione e la rappresentanza di genere». 
Ma c’è da lavorare anche sulla partecipazione: «Messaggi, iniziative, divulgazione, azioni e tutto quanto possa servire a creare consapevolezza, cultura, volontà nella costruzione di una cittadinanza di genere per le donne appartenenti alla comunità lucana». 
L’idea è arrivare a «chiedere al presidente della Regione, nonché a tutti gli attori politici e istituzionali, di essere consultate e coinvolte nella definizione delle decisioni, nella programmazione delle risorse, in particolare la prossima relativa al ciclo 2014-2020, e in tutto quanto impatta sulla vita quotidiana e sul futuro delle donne». 
Sara Lorusso

LA lista in calce è tutta di nomi. Punto. Senza cariche, senza ruoli. Donne, tutte, varie età, varie estrazioni, vari mestieri, varie storie. Scuola, sindacato, libera professione, antimafia, polizia, giustizia, politica, cultura, spettacolo, arte. 

 

E così via, dentro pezzi di società che in Basilicata si è persa per strada un pezzo di rappresentanza, quella di genere. 

Per questo nasce il comitato “Democrazia, Partecipazione, Genere”, perché non basta lamentarsi se in consiglio regionale ci sono solo uomini tra i banchi. Se il problema è un po’ culturale, un po’ di metodo, ecco che serve avviare un percorso di lungo termine.

«Quanto avvenuto in Basilicata di recente, vale a dire l’elezione di un nuovo consiglio regionale composto interamente al maschile, non può non far riflettere quante e quanti hanno realmente a cuore le istanze della partecipazione e della democrazia», dicono (l’elenco delle prime sottoscrizioni in pagina) in un documento messo a base della discussione. 

Ma «a nulla o a poco servono le polemiche se non ci si avvia su un percorso di lungo periodo che miri a trasformare la cultura civile e politica della comunità lucana, per consentire l’affermarsi di una democrazia vera, che veda una consistente partecipazione delle donne ai ruoli decisionali, politici, istituzionali.»

Il passaggio dalla critica alla pratica è un insieme di azioni, pensieri, incontri, «donne e uomini, al di là degli schieramenti e delle appartenenze, per porre fine a questo stato di cose.» Destra e sinistra, chiunque è ben accetto. 

Ci sono un blog e una mail a cui scrivere per sottoscrivere il documento (comitatodpg@gmail.com).

Presto, annunciano, l’autoconvocazione di un’assemblea nel corso della quale verrà stilato un documento programmatico.

«Fin quando una parte consistente della società è così “oscurata”, non c’è democrazia, non c’è crescita.»Tra gli obiettivi, «definire priorità, programmi che consentano di lavorare per ampliare la partecipazione e la rappresentanza di genere». 

Ma c’è da lavorare anche sulla partecipazione: «Messaggi, iniziative, divulgazione, azioni e tutto quanto possa servire a creare consapevolezza, cultura, volontà nella costruzione di una cittadinanza di genere per le donne appartenenti alla comunità lucana». 

L’idea è arrivare a «chiedere al presidente della Regione, nonché a tutti gli attori politici e istituzionali, di essere consultate e coinvolte nella definizione delle decisioni, nella programmazione delle risorse, in particolare la prossima relativa al ciclo 2014-2020, e in tutto quanto impatta sulla vita quotidiana e sul futuro delle donne». 

 

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