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POTENZA – L’occasione è stata la ricorrenza dei 45 anni della Fidapa – Bpw Italy di Potenza che ieri ha ospitato a Potenza anche un’ospite d’eccezione come la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli. Alla quale, la consigliera comunale di Potenza e membro del coordinamento nazionale delle donne democratiche, Lucia Sileo, in una veste “inedita” ha rivolto alcune domande in una chiacchierata tra donne democratiche. Ne è venuta fuori una bella intervista che pubblichiamo di seguito.

In Basilicata si sta dibattendo del nuovo Statuto e la questione della rappresentanza fa discutere, oggetto anche di iniziative autonome. E’ diverso in altre Regioni?

Dove non ci sono almeno tra i due sessi il 40% di rappresentanza nel Consiglio Regionale e in una Giunta, vuol dire che si è in una situazione di arretratezza politica nella rappresentanza, che significa anche arretratezza nelle priorità della politica, poi del Governo della Regione.
Perché come ormai dicono tutti gli indicatori, oltre ad essere un fatto democratico in sé, l’assenza di donne vuol dire uno spreco enorme di talenti, di punti di vista e di competenze che senza quelle di donne e uomini insieme, non c’è un governo di uscita dalla crisi positiva. Non è un caso che questa legislatura a livello nazionale nelle sue riforme costituzionali ed elettorali abbia posto il tema della parità di genere nella rappresentanza. Abbiamo introdotto nella riforma costituzionale, esattamente, il concetto che la rappresentanza delle donne nei diversi sistemi di rappresentanza, sia della futura Camera, sia del futuro Senato, che quindi fa intervenire gli Statuti regionali e le leggi regionali, è necessario che nessuno dei due sessi sia sottorappresentato del 40%, in questo senso c’è proprio una cultura di non discriminazione che si chiama normatif discriminatoria. L’abbiamo introdotta al Senato nella legge costituzionale confermata nella seconda lettura alla camera quindi immodificabile, parlo della riforma costituzionale, sarebbe importante che gli statuti ad esempio quello della Regione Basilicata si adeguasse già a questo impianto costituzionale, intanto come scelta politica che sarebbe utile fare indipendentemente. Inoltre, il Pd che è stato il protagonista di questa importante innovazione a livello nazionale e sarebbe veramente curioso che in una regione come la Basilicata con la prima responsabilità del Pd non lo facesse

Qual è lo scarto tra quote rosa e la sensazione di dover concedere una riserva?

Seconda cosa importante è che nella prima discussione alla Camera sulla riforma elettorale non c’era la norma discriminatoria, anzi drammaticamente nel voto segreto venne bocciata, mentre fatto di straordinaria innovazione politica nella discussione e nella votazione al Senato si è introdotta la norma antidiscriminatoria nella legge elettorale il che vuol dire e vale per tutti i partiti, che i capilista previsti dall’italicum il 40% devono essere donne minimo o 40% minimo deve essere uomo. Non è un fatto di quota riservata che io non userò mai ma bisogna avere la cultura della norma. Avere la rappresentanza paritaria di genere dell’equilibrio di genere nella futura camera dei deputati e nel futuro senato e quindi supera e attua l’articolo 3 della costituzione e l’articolo 51 della costituzione è un fatto straordinario ma non è una colpa è un elemento democratico non è un punto di riserva ma è un punto di democrazia sostanziale. Con la norma antidiscriminatoria si chiamano a responsabilità i soggetti. Storicamente la cultura è una cultura della non discriminazione, perché discriminare è un atto di diseguaglianza che non sta alla base dei principi democratici e di progresso di una società. Mi aspetto e mi auguro con il contributo di tutti e di tutte che in Basilicata si risolva al più presto la situazione, tra l’altro sarebbe un segnale importante e sarebbe anche valutato e sostenuto positivamente a livello sia dell’istituzione che rappresenta, avendo fatto concretamente il percorso. Non stiamo dicendo alla Basilicata fai una cosa che noi nazionalmente non abbiamo fatto ma sto dicendo applicatelo già, quello che noi in sede legislativa abbiamo già fatto.
In più penso che sia significativo che la Basilicata proprio in questo clima di cambiamento, di innovazione, e la prima innovazione è investire sui talenti delle donne e sulle competenze delle donne, sia la prima regione che nel proprio statuto possa mettere queste importanti innovazioni.

Condivide come la Boldrini l’uso di un linguaggio di genere?

Il linguaggio è importante nel riconoscere la differenza. Io ero all’iniziativa con la Boldrini l’abbiamo fatta insieme alla Camera. Come per altro dice la convenzione di Istanbul che noi abbiamo ratificato all’unanimità ,che c’è il tema anche del linguaggio. Il linguaggio deve riconoscere la differenza, del resto la lingua italiana ce lo dice tu chiami operaio/operaia, quindi politica/politico infermiere infermiera perché non arrivare a dire il vicepresidente/ la vicepresidente.

Lei come Laura Boldrini è stata protagonista di un momento storico politico importante come l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale. Quando il tempo per una donna Capo dello Stato?

La presenza di due donne, secondo me è stata una grande immagine di innovazione e come molte mail che abbiamo ricevuto rappresentavamo l’innovazione e una forza tranquilla secondo me anche molto positiva rispetto non a caso a un passaggio importante del parlamento che due anni prima invece non era stato realizzato cioè quello di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

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