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«NELLA cucina (dell’ex ristorante “Dal fattore” – ndr) vi era evidenza oggettiva che nella stessa era stato attivato il ciclo di preparazione delle pietanze alimentari previste per la giornata odierna, nella pattumiera e nel lavello sono stati rinvenuti scarti delle verdure da destinare come contorni, il bollitore presente era acceso con l’acqua prossima alla bollitura» e «nei cassoni e celle frigo» è stato rinvenuto «stoccaggio di alimenti refrigerati e congelati, oltre allo stoccaggio di acqua minerale naturale e alimenti non deperibili»: è quanto si legge nel verbale di verifica ispettiva del Servizio di vigilanza sanitaria dell’Asp di Potenza redatto mercoledì 9 dicembre alle 10,45 e inviato al sindaco di Latronico oltre che al rappresentante legale della ditta Slem, quella che si occupa del servizio di refezione nel centro del Lagonegrese. Il documento – che fa luce sulle modalità di preparazione del cibo da asporto per medie, elementari e materne di Latronico – è stato verbalizzato dal comandante della locale stazione dell’Arma, Mauro Antinolfi, con i carabinieri Francesco Caruso e Liberato Nocera e due dipendenti Asp.
La notizia della sospensione della refezione – l’ipotesi è che in quella cucina non venisse erogata acqua corrente potabile – è stata pubblicata sul Quotidiano di lunedì 14. In serata il sindaco Fausto De Maria aveva affidato a facebook la sua versione confermando quanto scritto nel nostro articolo: «Preciso che per i bambini delle scuole elementari e materne di Latronico si sta cucinando da venerdì scorso, in modo provvisorio (fino alle vacanze natalizie), nella cucina della mensa scolastica di Agromonte, con orari diversi dai pasti dei bambini delle scuole di Agromonte. Preciso che l’ordinanza per cui è stato vietato di cucinare nell’ex ristorante “dal fattore”, è stata fatta perché da qualche giorno erano terminati i tempi in cui la ditta, che gestisce la mensa, doveva portare le integrazioni per la richiesta d’autorizzazione definitiva all’Asp, quindi non poteva più cucinare in quel posto».
Dopo aver minacciato denuncia per diffamazione da parte della Slem e dell’amministrazione comunale da lui guidata, De Maria ha comunicato tramite social network di aver «sentito la ditta della mensa per convocarla al comune per trovare le soluzioni per inizio anno approfittando delle vacanze natalizie». Poi una serie di valutazioni politiche su imprecisata «gente disposta a tutto pur di riprendersi qualche poltrona persa. Noi facciamo tanto per costruire e chi fa tanto per distruggere. Ogni settore della società a Latronico sta diventando occasione per fare campagna elettorale, anzi denigratoria. Comunque noi non perderemo mai il nostro entusiasmo a far qualcosa di buono per questo paese. Siamo sicuri che il tempo e la verità saranno dalla nostra parte nel momento in cui chiederemo il giudizio ai cittadini».
Tra i commenti qualcuno presumibilmente dell’entourage del sindaco posta le scansioni dell’ordinanza del Comune che certifica la sospensione del servizio di refezione nei locali del “Dal fattore” (n. 78 del 10/12) e proprio il verbale con cui l’Asp ha inteso controllare e rendicontare «se la struttura risultava chiusa o in attività».
In molti difendono il sindaco e come lui denunciano la tendenza di molti a criticarne l’operato. Inevitabile la pioggia di commenti al post del primo cittadino: una mamma nota che «si è parlato di tutto tranne del problema mensa, del problema dei “nostri figli”! Le cose provvisorie non si possono accettare, se non si era pronti la mensa non si doveva avviare per la scuola di Latronico. Se dobbiamo pagare per far mangiare ai nostri figli “pasta incollata” gliela prepariamo noi a casa, almeno sappiamo cosa mangiano!».
Tra i più bersagliati è il radicale Maurizio Bolognetti, il quale fa notare come «la violazione dell’art. 6 comma 3 del dlgs 193/2007» denunciata nel verbale di Asp e carabinieri «ha per oggetto “Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore”» mentre «il regolamento CE n. 852/2004 del parlamento europeo e del consiglio, citato nella stessa ordinanza, ha per oggetto “l’igiene dei prodotti alimentari”. (…) Se è stata emessa un’ordinanza avente per oggetto una legge dello Stato di “Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore” e se la direttiva citata nella stessa ordinanza ha per oggetto “l’igiene dei prodotti alimentari”, direi che è quanto meno lecito porre delle domande e sollevare degli interrogativi, senza doversi beccare una caterva di insulti e minacce. (…) Il sindaco precisa che mancando il rispetto delle prescrizioni imposte dalla Asp, il locale mensa è stato ritenuto non idoneo dagli organi preposti al controllo. A me non sembra una cosa da poco e sulla quale minimizzare. Le leggi quando ci sono vanno rispettate. Troppo comodo e troppo facile parlare di campagne denigratorie».
Un’altra mamma incalza il sindaco: «Ma perché non sono resi pubblici gli atti della chiusura del locale? È vergognoso che ciò sia accaduto dopo la visita ispettiva “a sorpresa”! E voi dove eravate? E finora come hanno mangiato i nostri figli? Il locale adibito alla consumazione dei pasti è realmente a norma? Io personalmente chiedo spiegazioni comprovate da documentazione scritta, non chiacchiere su fb! Poi ci sarà, in un secondo tempo, da affrontare anche la questione trasporti. Ma per ora risolviamo questo…».

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