X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

REGGIO CALABRIA – Lo scandalo giudiziario che ha travolto i colletti bianchi reggini, con decine di arresti e perquisizioni anche in altre 4 regioni italiane (LEGGI) ha riacceso l’attenzione sugli intrecci tra economia e ‘ndrangheta, rilevando, come si legge nell’ordinanza, che «il denaro è l’unico vincolo di affiliazione» (LEGGI). «La criminalità organizzata è sedimentata sul territorio, ma se il ramo armato si individua, quello economico resta mimetizzato» ha affermato tra l’altro il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho.

GUARDA LA VIDEOINTERVISTA E LA CONFERENZA STAMPA

Sul tema delle collusioni, a preoccupare il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti è soprattutto la vicenda legata all’amministratore giudiziario Francesca Marcello: avrebbe dovuto gestire i beni confiscati alla cosca Liuzzo, in realtà era poco più che un fantoccio del clan (LEGGI). E così il controllo delle proprietà, di fatto, restava in mano alla ‘ndrangheta. Roberti ha indicato la Marcello come «punto debole nel contrasto alle organizzazioni mafiose»: un amministratore, ha detto «corrotto, colluso, al servizio dell’organizzazione mafiosa, tanto che gli è stato contestato il concorso esterno in associazione mafiosa».

GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVISTA AL PROCURATORE ANTIMAFIA

Da qui il richaimo del procuratore nazionale antimafia: «Emerge la necessità – ha detto – di istituire al più presto l’albo degli amministratori giudiziari, previsto dal codice antimafia del 2011, in modo da potere formare controllare questa categoria professionale che è indispensabile per quanto riguarda la gestione e la destinazione dei beni confiscati alle mafie».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE