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REGGIO CALABRIA – Nuovo sbarco di immigrati a Reggio Calabria con l’arrivo in porto della nave Euro della Marina Militare. Tra gli immigrati, in tutto 617, anche la piccola Yambambi Yete, la bambina nata ieri a bordo, in ottima salute, come la mamma, grazie all’aiuto di tutto l’equipaggio. Assieme alla piccola ci sono 616 migranti di cui 471 uomini, 171 donne e 24 minori che hanno dichiarato di provenire da Siria, Palestina e Africa. La prefettura di Reggio Calabria ha predisposto le procedure per primo soccorso e piano accoglienza. 

La famiglia della piccola sarà ospitata nelle strutture messe a disposizione dal Comune. Al momento dello sbarco i migranti saranno visitati da personale medico del Suem e della Croce Rossa e, muniti di cestino da viaggio predisposto dal Comune di Reggio Calabria, saranno trasferiti nelle diverse regioni del paese secondo le indicazioni del Piano di riparto predisposto dal Ministero dell’Interno che ha impegnato fino alla tarda serata di ieri tutte le componenti del sistema. 

Oltre alla piccola nata a bordo della nave e alla sua famiglia, i migranti che necessiteranno di cure sanitarie saranno ospitati a Reggio nelle strutture messe a disposizione dove, attualmente, ci sono circa 400 migranti, di cui 172 in attesa di inserimento nello Sprar. Le procedure di primo soccorso e la predisposizione di un piano di accoglienza sono state attuate dalla prefettura con i rappresentanti del Comune, della Provincia, delle Forze di Polizia, della Capitaneria di Porto, dei Vigili del Fuoco, della Direzione Marittima della Calabria e della Basilicata, del Suem, dell’Azienda Sanitaria provinciale, dell’Azienda ospedaliera, delle Associazioni di volontariato, della Protezione civile provinciale e comunale, dell’Ufficio Sanità marittima aerea e di frontiera (Usmaf) e della Croce Rossa.

Il comandante Mario Mattesi della San Giusto, commentando l’ennesimo sbarco, ha evidenziato come «quando i bambini hanno ricevuto in dono giocattoli o pennarelli che ci avevano inviato per loro pensavano di essere in un altro mondo. Sulla nave si sentivano al sicuro, in cerca di futuro». Il comandante rimarca come «portiamo a bordo uomini e donne in fuga da guerra e fame giovanissimi di colore che sono state seviziati o violentati. Sulla pelle hanno cicatrici e segni di dolore. In un trasporto di migranti, conclusosi a Crotone, abbiamo recuperato una donna, somala. Aveva con se’ un feto, in un sacco. La sua bambina era nata prematuramente, su un barcone. Nel sacco c’era ancora la placenta. Un’ostetrica ha soccorso la donna. Lei non ha pianto, portava con se’ in silenzio il sacco. Faceva capire che quello era il suo tesoro». 

Finora la nave San Giusto ha recuperato «9.600 migranti che vengono dall’Africa Subshariana, tanti da Ghana, Mali o Eritrea. Ci sono tanti minori che viaggiano da soli, imbarcati all’avventura. Cercano di attraversare il Mediterraneo, perché le loro famiglie li reputano in buona salute e quindi più adatti a raggiungere l’Europa per cercare lavoro». 

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