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REGGIO CALABRIA – «La pervicacia e la tranquillità con cui, quotidianamente, alcuni di essi si prestavano a timbrature collettive, altri ad allontanamenti frequenti, verosimilmente approfittando di determinate circostanze quali l’estesa ubicazione degli uffici comunali, il numero dei dipendenti che consente di “mimetizzare” l’assenza di alcuni, la mancanza di controlli effettivi sull’utilizzo del badge». Tutti aspetti che il gip di Reggio Calabria, Barbara Bennato, stigmatizza nelle pagine che hanno portato all’interdittiva di ventinove dipendenti comunali indagati nell’inchiesta del pubblico ministero Antonella Crisafulli, denominata “Torno Subito”, che ha svelato un sistema assenteista all’interno di Palazzo San Giorgio. Tutti aspetti che, in un certo senso, già nelle ore successive all’intervento della Guardia di Finanza (che ha notificato per alcuni gli arresti domiciliari), erano divenuti noti: dipendenti lontani dai luoghi di lavoro e altri che timbravano per tutti facendoli risultare presenti. Il dato inedito, invece, arriva dalle indicazioni fornite dagli indagati che, negli scorsi giorni, hanno scelto di rispondere alle domande del Gip. 

Molti, hanno infatti sostenuto che, ad onta delle circolari esistenti, l’espletamento di servizi esterni fosse autorizzato soltanto oralmente ed estemporaneamente dai dirigenti di settore o talvolta, addirittura, per nulla autorizzato in ragione dell’urgenza ed impellenza dell’incombente da assolvere. Altri, invece, hanno affermato che, nel corso del periodo di osservazione, l’intero personale amministrativo fosse impegnato nei servizi afferenti alle imminenti o contestuali consultazioni elettorali “con argomentazioni – scrive il gip Bennato – del tutto generiche e prive di qualsivoglia addentellato oggettivamente riscontrabile”. Il periodo in cui le telecamere della Guardia di Finanza immortaleranno il “via vai” a Palazzo San Giorgio e le “strisciate” di badge collettive, riguarda infatti il periodo immediatamente antecedente alle consultazioni comunali del 2011 che vedranno la vittoria del centrodestra di Demetrio Arena. In tal senso appaiono illuminanti (ma allo stesso tempo grottesche) le argomentazioni fornite da alcuni indagati e in particolare quelli “comandati”, distaccati o comunque in servizio presso di cosiddetti “Gruppi Consiliari” (di maggioranza o minoranza). Secondo le valutazioni del Gip Bennato, infatti, quelle dichiarazioni “hanno lumeggiato anzi, uno spaccato inquietante, connotato proprio da un approssimativo criterio di organizzazione delle risorse umane, talvolta piegate ed addirittura asservite, più che ad un principio di efficienza e trasparenza amministrativa, alle esigenze contingenti, settoriali e/o personali di questo o quell’assessore o consigliere, con attribuzione del tutto estemporanea di compiti che di fatto esulavano dalle tipizzate e puntuali mansioni del dipendente, che finiva per essere un vero e proprio “portaborse” del singolo politico, talvolta addirittura impiegato nella soluzione di vicende e problematiche che potessero costituire tornaconto personale ed elettorale del gruppo”.
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