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REGGIO CALABRIA – E’ l’operazione che ha svelato i retroscena più inquietanti dei rapporti tra la ‘ndrangheta di Reggio Calabria e i professionisti della città, spesso anche assolutamente insospettabili. Avvocati, commercialisti, funzionari di banca e persino un custode giudiziario che avrebbe dovuto gestire i beni confiscati al clan e che, invece, concordava tutto con il boss. Sono 47 le ordinanze di custodia cautelare, 64 in tutto le denunce, 14 le società sequestrate ed un consistente quantitativo di beni per un valore di oltre 90 milioni di euro.

I BENI CONFISCATI GESTITI DAI CLAN

IL COMMENDATORE E IL CUGINO DEL GIUDICE

I NOMI DEI PROFESSIONISTI ARRESTATI

L’ORDINANZA: GLI AFFARI DI REGGIO DIVISI TRA I CLAN

«IL DENARO UNICO VINCOLO DI AFFILIAZIONE»

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