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Hanno prima occupato la sala del Consiglio regionale lo scorso dicembre, poi sette lavoratori precari Lsu-Lpu si sono piazzati sul tetto di Palazzo Campanella una settimana fa, e ieri mattina il sit-in di fronte al Palazzo della Prefettura. Una situazione insostenibile per i lavoratori precari Lsu-Lpu calabresi che rivendicano la stabilizzazione occupazionale dopo un quindicennio di precariato. Alla manifestazione di ieri, anche i precari provenienti dalle diverse zone della Calabria: da Gioia Tauro, da Melito di Porto Salvo e dai paesi della Locride.
L’iniziativa ha portato a una serrata riunione all’interno del Palazzo della Prefettura, durata circa due ore, tra il sindacato Usb, l’Anci, l’Upi, il segretario generale del Ministero del Lavoro, Francesco Verbaro, il Prefetto stesso, l’assessore regionale al Lavoro ed alla Formazione professionale, Francescantonio Stillitano, nonché altri rappresentanti politici. «Non siamo soddisfatti e non lo saremo finché questi 5 mila e 400 lavoratori precari calabresi non saranno stabilizzati. Non ci sentiamo rappresentati da questa classe politica calabrese che non lotta insieme a noi» afferma Aurelio Monte di Usb all’uscita della Prefettura. «Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo tecnico tra la Regione Calabria e il Governo nazionale; il Prefetto si è fatto garante affinché ciò accada. La questione – ha aggiunto Monte – è rinviata a settembre, quando incontreremo la giunta regionale e tutti i Ministeri preposti, quello dell’Economia e del Lavoro».
L’Usb, nel frattempo, chiede alla Regione Calabria di aprire un dialogo con il governo per estendere gli incentivi per le assunzioni anche ai comuni con popolazione superiore ai cinquemila abitanti.
Altre proposte vertono sul riconoscimento “ai lavoratori che transitano dal regime Lsu-Lpu alla pensione”, del “contributo figurativo ai fini del calcolo della pensione per l’intero periodo svolto”, nonché sugli elenchi regionali di mobilità Lsu-Lpu. L’obiettivo sarebbe quello di introdurre un meccanismo per cui “gli enti pubblici ricadenti in ambito regionale abbiano l’obbligo di riservare il 100 per cento delle assunzioni di personale alle professionalità reperibili attraverso lo strumento delle graduatorie analoghe a quelle utilizzate per la mobilità personale”, ovvero “con punteggio determinato dalla situazione socio-economica e familiare del lavoratore”.

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