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La Procura della Repubblica ieri ha notificato al consigliere regionale del Pri Antonio Rappoccio, un nuovo avviso di conclusioni indagini nel quale la sua posizione si è aggravata. Rappoccio era stato indagato per corruzione elettorale, ma ora la Procura ha deciso di contestargli l’aggravante. Un articolo di legge con il quale si ipotizza la corruzione elettorale in una forma secondo cui il consenso elettorale sarebbe stato carpito in maniera fraudolenta. Dall’avviso ricevuto da Rappoccio si evince anche dell’altro ovvero che il politico regionale non avrebbe agito da solo, ma i concorso con altri soggetti. Soggetti per i quali si sta procedendo separatamente. Un’inchiesta bis che sarebbe, di fatto, uno stralcio della prima.
Un fascicolo voluto dai magistrati reggini per far luce su possibili altri “delitti” collegati all’imbroglio. Nelle scorse settimane, con un avviso a firma del Procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e del sostituto Stefano Musolino, era stata chiusa l’inchiesta nata da una denuncia dell’allora Presidente del Consiglio comunale Aurelio Chizzoniti. Il fascicolo originario riguardava una presunta corruzione elettorale di Antonio Rappoccio, il quale avrebbe promesso posti di lavoro in cambio del sostegno elettorale. Secondo la ricostruzione della polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, Rappoccio sarebbe l’ispiratore di cooperative finalizzate, almeno ufficialmente, a gestire tutta una serie di servizi e strutture produttive (tra queste un’orto botanico, una clinica sanitaria per la riabilitazione e persino un’azienda per il fotovoltaico). Tali cooperative, o meglio una di queste (la Alicante), pochi mesi prima delle regionali avrebbe bandito una selezione per l’assunzione di personale. Assunzione che doveva essere fatta a termine di un concorso in due fasi: una prova scritta ed una orale. Dopo gli scritti, sempre secondo l’inchiesta, Rappoccio iniziò a incontrare gli aspiranti dipendenti lasciando intendere che avrebbero ricevuto una spintarella nella seconda prova, fissata dopo il voto, se lo avessero aiutato per le elezioni. Da qui l’accusa dei magistrati. Ora però gli investigatori voglio andare oltre per iniziare a mettere in naso nelle cooperative che in più fasi furono create e successivamente sciolte da persone vicine a Rappoccio.

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