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REGGIO CALABRIA – Una catena umana attorno Palazzo San Giorgio, un blocco stradale in via Marina, un unico grido “vergogna” scandito da coperchi delle pentole e tensione alle stelle. Cinto d’assedio come mai prima d’ora non più dal semplice precariato cittadino, i dipendenti comunali urlano la loro rabbia per le trattenute da gennaio in busta paga alla voce Peo (Progressioni economiche orizzontali). Una città paralizzata e forze dell’ordine impegnate allo spasimo per non far degenerare la situazione. 

Il problema risale allo scorso dicembre quanto con una delibera la Commissione straordinaria alla guida del Comune dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose di fatto aveva cancellato le progressioni economiche orizzontali assegnate ai dipendenti dal 2000 in poi sul presupposto che sarebbero non dovute. Inoltre, con la stessa delibera verrebbe chiesta anche la restituzione di quanto indebitamente, secondo la commissione, percepito nel corso di questi anni. Somme di elevata entità che hanno portato alla reazione dei dipendenti esplosa in queste ore. In precedenza, quando si manifestò la presenza del buco che ha messo a rischio gli equilibri del bilancio, l’allora sindaco Demetrio Arena ebbe a dire che parte di questo buco, per una somma pari a circa 20 milioni, sarebbe direttamente correlato proprio alle progressioni economiche orizzontali (Peo) che sarebbero state assegnate a pioggia a tutti i dipendenti. Questi ultimi sostengono, invece, che le peo sarebbero state assegnate solo ed esclusivamente sulla base di norme vigenti nell’ordinamento giuridico. 
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