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Il consiglio regionale ha approvato l’assestamento di bilancio, ieri a Palazzo Campanella, dopo un lungo dibattito e il voto contrario dell’opposizione. Tra le decisioni assunte quella di definanziare il fondo per le misure di contrasto alla povertà e sostegno alle famiglie (10 milioni) e di redistribuire i soldi per il turismo (1,5 milioni), per l’Arssa e l’Arcea (2,2 milioni di euro) per le attività di impiego (3 milioni e 147mila euro) e per le politiche regionali delle famiglie (3 milioni). A queste si aggiungono anche gli stipendi alle comunità montane (2 milioni), ma il colpo di scena è stato un altro: il consiglio regionale mentre stringe i cordoni della borsa, porta in aula un emendamento per cambiare la legge regionale e dare il vitalizio agli esterni (assessori non eletti e sottosegretari), la legge a cui si fa riferimento è la 26 del febbraio 2010. L’emendamento porta la firma del consigliere regionale Nazzareno Salerno (Pdl). E l’aula si accende. Il governatore, Peppe Scopelliti si dice contrario e sono contrari i consiglieri del gruppo misto, Nicola Adamo e Peppe Bova e quelli del centrosinistra e Idv. Tant’è che la minoranza dopo aver detto no si allontana dalla presidenza. La maggioranza resta a discutere ancora un po’. Poi si decide di ritirare l’emendamento. Il blitz non riesce. La manovra in realtà è prettamente tecnica. Si tratta di 209 milioni di euro, di cui 194 sono destinati a spese di carattere vincolato, gli altri 15, 2 sono risorse libere.
Ad illustrare l’assestamento è l’assessore, Giacomo Mancini: «Abbiamo messo ordine rispettando i tempi dettati dalla legge. Le scelte politiche le abbiamo fissate con il bilancio di previsione che per la prima volta in 41 anni di regionalismo è stato approvato prima di Natale dell’anno scorso ed è entrato subito in vigore. Quelle scelte oggi le confermiamo ribadendo le nostre priorità: lotta contro la ‘ndrangheta, piano per nuove opere, interventi per rivitalizzare l’economia, attenzione al sociale e alle famiglie calabresi. E proprio in favore delle famiglie con l’assestamento 2011 destiniamo le poche risorse di cui disponiamo perchè riteniamo nostro dovere dare risposte alle tante emergenze che squassano la nostra regione». Di parere contrario l’opposizione: «Non era meglio spendere meno soldi per Miss Italia nel mondo? Vorremo sapere dell’Apq su Gioia Tauro, che avevamo voluto noi, e dei Por e della lettera di Hann», dice Sandro Principe, capogruppo del Pd. La tensione è alta. La maggioranza si da’ un merito: « Abbiamo scelto di rinunciare alla formulazione di emendamenti alla manovra con l’intenti di bloccare il ‘partito della spesa facile’», dice Alfonso Dattolo, capogruppo dell’Udc. Nino De Gaetano del gruppo misto invece sostiene che i soldi per Arssa e Afor non bastano: «Sono pochi, riusciranno solo a pagare qualche mensilità».
Mimmo Talarico (Idv) ad un certo punto lancia una provocazione. «Su 50 consiglieri ce ne sono sette in aula». La verifica del numero legale la chiede Bruno Censore (Pd), i consiglieri tornano in aula. Censore firma diversi emendamenti, con tutti gli altri consiglieri di centrosinistra, torna più volte sui fondi alle famiglie, ma non ne passa nessuno. Alcuni degli emendamenti vengono trasformati in ordini del giorno, come quello di Francesco Morelli per dare soldi alle strutture ricettive per le donne in difficoltà.
È invece il consigliere regionale Fausto Orsomarso (Pdl) a cambiare la legge sugli investimenti ai trasporti e a chiedere che sia predisposto un mutuo a carico del bilancio regionale di 20 milioni di euro, in favore di Ferrovie della Calabria Srl. È da tempo quella la battaglia di Nicola Adamo che è infatti favorevole. Guccione (Pd) si rizela: «Come facciamo un mutuo senza neanche avere un piano di rilancio dell’azienda?». Guccione chiede pure che si discuta della possibilità del governo nazionale di togliere la delega all’ambiente alla Regione. «Non possiamo accettarla», conclude. Certo qualche tentativo di favorire uno anzichè un altro c’è, per esempio Antonio Rappoccio chiede 15mila euro per finanziare la Pro Loco di Gioisa Ionica. L’assestamento passa. Così come anche i bilanci delle Aterp e quello di Calabria Lavoro.
Da sottolineare che è stata approvata anche la proposta di Principe che annulla l’assetto del Corecom. In pratica la legge prevede che sia salvaguardato anche la minoranza. Il Consiglio inoltre licenzia modifiche alla legge regionale n. 3/2011(relatore Magarò), in materia di ‘interventi a sostegno delle imprese vittime di reati di ndrangheta; Inoltre, è stata approvata una legge di iniziativa del consigliere Giordano (IdV), a sostegno dei gruppi d’acquisto solidali (Gas); l’istituzione del Centro regionale del Sangue (relatore Imbalzano).

I PRECARI SUL TETTO
Mentre il consiglio regionale fa i conti, i precari salgono sul tetto di Palazzo Campanella. Ad alzare la voce sono stati i lavoratori Socialmente utili e di Pubblica utilità che con l’Unione Sindacale di Base della Calabria, hanno indetto un sit – in al quale hanno preso parte in centinaia. Il governatore Giuseppe Scopelliti li ha ricevuti ma non ha promesso nulla. E la protesta è continuata anche in serata, con un presidio costante. «La protesta – dicono i lavoratori – è nata a seguito di una manifestazione dei precari Lsu-Lpu, indetta da USB Calabria per oggi, in occasione della prevista seduta del Consiglio Regionale. Il Governatore Scopelliti, salito fino all’ultimo piano per parlare con i lavoratori in protesta, ha arrogantemente affermato – secondo i lavoratori – di non poter fare nulla per risolvere il problema che investe oltre 5 mila precari, che da più di 15 anni attendono di essere stabilizzati, rimanendo assolutamente insensibile di fronte alla giuste rimostranze dei lavoratori. Tutto ciò – dice l’Usb – ci sembra assurdo e sembrerebbe confermare che il Governatore sino ad oggi abbia solo preso in giro tutti, visto che nei mesi scorsi più volte ha assunto impegni precisi nei confronti dei lavoratori e di USB, per una soluzione positiva della vertenza che va avanti da molti anni».
A tentare di stabilizzare Lsu ed Lpu ci aveva provato il governo regionale di centrosinistra, ma il provvedimento non era blindato, faceva acqua, ed è stato dichiarato incostituzionale. Il nodo però resta. I precari adesso chiedono la costituzione di un tavolo che non c’è mai stato. Ieri a protestare erano anche i lavoratori delle comunità montane. Ma il sit-in è rientrato. Il Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, li ha incontrati (insieme con l’Assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, al Sottosegretario alle Riforme Alberto Sarra e una rappresentanza di consiglieri regionali di maggioranza e di minoranza). E qui Scopelliti ha detto di aver reperito e previsto proprio nella manovra di bilancio tre milioni di euro che si aggiungono ai due già previsti in precedenza, con cui sarà possibile pagare alcune mensilità spettanti ai lavoratori delle comunità montane. È rientrata anche la protesta degli ipovedenti, anche per loro c’è stato un finanziamento in bilancio.

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