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Al vaglio della Procura della Repubblica di Cosenza ci sarebbero ben 400 esami sostenuti all’Università della Calabria nel 2007, ed in particolare alla facoltà di Lettere e Filosofia. Le ipotesi di reato sarebbero quelle di falsità in atto pubblico e truffa.
L’inchiesta è partita da un esame rivelatosi “falso” ad un controllo dei responsabili dell’Area didattica dell’Unical; uno statino anomalo dal quale è scattata la verifica disposta dalla stessa università che ha convocato il professore titolare della Cattedra che non ha riconosciuto come propria la firma apposta sul documento in una seduta del 18 luglio 2007. Si tratta di un esame del corso in Filosofia e Scienze Umane della facoltà di Lettere dell’università della Calabria. Scattate le verifiche sarebbe stata riscontrata l’inesistenza di ogni tipo di registrazione dell’esame, che non era registrato né su cartaceo né per via digitale. Da qui la comunicazione del preside di Facoltà, Perrelli, e la denuncia presentata alla Procura della città dei Bruzi l’otto marzo dal rettore Latorre.
Al momento nessuna persona è stata iscritta nel registro degli indagati, ma gli episodi di reato, o meglio gli esami, al vaglio sono circa quattrocento. Oltre ai professori della Facoltà di Lettere e Filosofia, sono stati sentiti in Procura diversi studenti.

IL RETTORE DELL’UNICAL: “PARTE CIVILE”
«L’Università della Calabria è decisa a costituirsi parte civile nell’eventuale processo che dovesse scaturire dalla chiusura delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Cosenza a seguito della nostra segnalazione circa alcune anomalie verificate nelle procedure di registrazione degli esami». E’ quanto ha affermato il rettore dell’Università della Calabria, Giovanni Latorre: «Non guarderemo in faccia nessuno – ha aggiunto Latorre – e perseguiremo con determinazione ogni responsabilità che dovesse emergere dall’indagine al fine di tutelare l’immagine e gli interessi dell’Ateneo».
Il rettore ha spiegato che l’Università della Calabria è passata dalla gestione di 72 mila esami nel 2000 a 162 mila nel 2010. «Con ben due riforme – ha detto Latorre – e soprattutto con il cambiamento del sistema di registrazione degli esami, da quello cartaceo a quello digitale, è possibile che soprattutto nei primi anni di applicazione di tale sistema si siano create delle falle di cui qualcuno potrebbe aver approfittato».
Latorre ha anche espresso «l’auspicio che sulla vicenda si faccia piena e completa luce» e ha confermato «la piena disponibilità da parte dell’ateneo a fornire tutto il supporto e la collaborazione necessari affinchè l’autorità giudiziaria arrivi all’accertamento di ogni responsabilità. Ciò si rende assolutamente necessario per confermare la reputazione dell’ateneo quale istituzione lontana da ogni situazione non conforme al rispetto delle regole di correttezza e trasparenza, sia per tranquillizzare le famiglie, gli studenti e l’opinione pubblica che l’Unical rimane, nonostante tutto, sana ed esempio positivo nella realtà calabrese».
Il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, ha riferito che, nell’ambito dell’inchiesta, «si sta valutando la posizione di alcuni studenti e impiegati dell’università addetti alla registrazione degli esami, ma che al momento nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati».

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