X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

ALMENO per ora la Basilicata non mette le ali e rimane a terra. La pista Mattei non è compresa nella lista dei 38 aeroporti d’interesse nazionale del decreto licenziato giovedì scorso del Consiglio dei Ministri. «Ma non si tratta di una bocciatura rispetto all’obiettivo che ci siamo preposti», spiega, il giorno dopo, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Aldo Berlinguer, che a Roma ha fortemente caldeggiato la causa della pista lucana.

Pisticci non è presente tra le infrastrutture elencate nel decreto, «ma questo non rappresenta di certo una sorpresa, semplicemente perché non doveva esserci. E’ impensabile che un aviosuperficie, così com’è allo stato attuale, fosse “promossa” a aeroporto nazionale». «La Basilicata – aggiunge – mantiene comunque un piede nella pianificazione aeroportuale nazionale». E questo grazie al recepimento da parte del governo dell’emendamento numero 13 al decreto che prevede, per le regioni senza aeroporti (Basilicata e Molise) di entrare fra le infrastrutture nazionali, qualora gli scali si doteranno dei requisiti fondamentali. Insomma, la pista Mattei acquisirebbe di diritto lo status, se da aviosuperficie diventasse aeroporto e soprattutto in presenza di un piano di continuità territoriale, che la vedesse collegata agli aeroporti nazionali di prossimità.

Insomma, il sogno di Pisticci non si infrange qui. Chiaramente, serve una precisa volontà regionale che per il momento ha accantonato 300 mila euro in bilancio, ma soprattutto ci vorrebbero adeguati aiuti nazionali: gli 8,5 milioni che il governatore Pittella ha chiesto al ministro Delrio, nel corso della recente visita a Matera. Facendo leva proprio sulla partita che la capitale europea della cultura si appresta a giocare in vista del 2019. Per ora, la Basilicata dovrà accontentarsi uno dei due scali inseriti tra i 38 considerati quali «nodi essenziali per l’esercizio delle competenze esclusive dello Stato, tenendo conto delle dimensioni e della tipologia del traffico, dell’ubicazione territoriale e del ruolo strategico dei medesimi, nonché di quanto previsto nei progetti europei»: Bari e ora anche Salerno. Quello di Palese, inoltre, è stato riconosciuto “di particolare rilevanza strategica”.
Per la Puglia non c’è solo quella di Bari, ma anche le infrastrutture di Brindisi e Taranto a cui la provincia di Matera potrà fare riferimento. L’altro pezzo di Basilicata dovrà “accontentarsi” dell’aeroporto di Pontecagno inserito invece nel piano deliberato dal Cdm, insieme a quello di Napoli, per la Campania.

Un risultato non da poco per i lucani, visto che la Regione Basilicata, nella finanziaria di fine 2014 ha programmato un corposo stanziamento di risorse: è stata prevista infatti la sottoscrizione di quote dell’aeroporto di Pontecagnano per 280 mila euro nel 2015, 300 mila euro nel 2016 e 1 milione e 400 mila euro nel 2017. Lo scalo di Salerno che fino a questo momento non ha avuto troppa fortuna (dal 2007 è stato già chiuso pe tre volte) dovrebbe finalmente andare verso un effettivo piano di rilancio che tornerebbe a vantaggio della città capoluogo di regione, distante meno di 100 km da Pontecagnano.

m.labanca@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE