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Titolo ad una sola riga
Catenaccio light per primo piano da non modificare – CATEGORICO
di VALERIO PANETTIERI
QUANTO è bella l’Italia, che paese da turismo che siamo. Quanta cultura si può produrre da queste parti, ma attenzione non al Sud. Meglio dire che il meridione non è proprio lo spazio ideale per parlare di turismo, salvo poi sentirsi dire che i luoghi ameni e silenziosi sono quelli che un uomo cerca quasi per istinto come luoghi di vacanza. Sì, ma il sistema Italia non funziona, le regioni si fanno la guerra per strappare quante più fette di mercato, soprattutto estero, possibili e il Paese fa ancora una volta la sua figuraccia rispetto a standard europei da capogiro. Anche perché dalle nostre parti, pur esistendo un’agenzia nazionale di promozione turistica, l’Enit, alla fine tutto l’aspetto promozionale passa per le regioni. Regioni oltretutto all’età della pietra, che stampano ancora gli opuscoli da mandare in edicola o alle fiere turistiche mentre non riescono a rilanciarsi sulla vera piattaforma del nostro tempo: il web. La sintesi della prima parte del servizio firmato da Stefania Rimini andato in onda su Report domenica scorsa potrebbe essere questa. Rimaniamo nell’ambito della possibilità perché ancora non si spiega come sia possibile snobbare in maniera così palese la Basilicata nonostante tutto quello che è stato messo in onda.
Il perché è nelle immagini che sono state lanciate durante il servizio. Immagini “strozzate”, decontestualizzate e senza alcun riferimento geografico. Immagini che hanno fatto passare le splendide immagini di Matera, delle campagne incontaminate e dei luoghi più importanti di questa regione come un luogo qualsiasi, intangibile. Tutto questo mentre si osannava la grandezza del Friuli, considerata tra le poche regioni capace di fare vero marketing turistico, grazie ai video creati da videomaker stranieri e poi circolati su Youtube tramite la pagina ufficiale dell’agenzia di promozione turistica del Friuli. 
Bene, un passo in avanti. Peccato che la Basilicata c’era arrivata prima del Friuli. Il progetto si chiamava “Digital Diary” e ha chiamato a raccolta diversi videomaker lucani e stranieri. Il loro compito era quello di raccontare la Basilicata con uno sguardo nuovo e poi utilizzare il video come promozione per il web, senza copyright. A vincere il concorso è stato Matthew Brown, che ha girato la Basilicata assieme ad altri 6 artisti. Tutti i video sono reperibili su Youtube e facilmente accessibili con parole chiavi molto semplici come “turismo in Basilicata”. Il video di Brown effettivamente ha un valore aggiunto notevole. È fresco, veloce e soprattutto denso di colori ed azione. C’è praticamente tutta la Basilicata: dal mare alle montagne, e poi cascate, rovine, architettura, natura, design. Una voce, in inglese racconta tutto questo, inquadra le persone, i bicchieri di vino, la pasta fatta in casa, il sole. Praticamente tutto quello che il sud può darti, ma senza l’occhio stereotipato. C’è anzi un modo di vedere le cose che è “altro” lontano dalla classica contrapposizione tra l’urgenza metropolitana delle grandi città d’arte e la calma piatta e pacifica del Mezzogiorno. È tutto dinamico, “giovane”. E Report questo lo ha messo in onda, ma senza dire nulla. Solo un passaggio rapito, un “fegatello” per riempire il servizio e l’apertura. Tutto questo mentre si osannava la grandezza del Friuli, che ha saputo promuoversi anche a livello internazionale. 
Uno scivolone piuttosto evidente che i lucani incollati al televisore hanno notato e che poi hanno riportato sul web tra Facebook e Twitter. Perché non avete detto che si tratta della Basilicata? probabilmente la prossima settimana, o quando sarà, ci potremmo aspettare anche un appunto del “mancato” presidente della Repubblica, Milena Gabbanelli, ma per ora resta l’amara constatazione che per quanto possa risultare attraente dal punto di vista visivo non c’è molto da fare per la Basilicata. Un gesto, quello della trasmissione Rai, che definire una bassezza è però un’esagerazione, visto che l’Apt Basilicata era stata contattata per l’autorizzazione all’utilizzo delle immagini. Pare fosse pronta anche una intervista, scomparsa molto probabilmente a causa della bufera giudiziaria che si è abbattuta sul governo regionale. Però almeno una chiosa, un sottopancia o qualcosa del genere ci poteva anche stare.
v.panettieri@luedi.it

QUANTO è bella l’Italia, che paese da turismo che siamo. Quanta cultura si può produrre da queste parti, ma attenzione non al Sud. Meglio dire che il meridione non è proprio lo spazio ideale per parlare di turismo, salvo poi sentirsi dire che i luoghi ameni e silenziosi sono quelli che un uomo cerca quasi per istinto come luoghi di vacanza. Sì, ma il sistema Italia non funziona, le regioni si fanno la guerra per strappare quante più fette di mercato, soprattutto estero, possibili e il Paese fa ancora una volta la sua figuraccia rispetto a standard europei da capogiro. Anche perché dalle nostre parti, pur esistendo un’agenzia nazionale di promozione turistica, l’Enit, alla fine tutto l’aspetto promozionale passa per le regioni. Regioni oltretutto all’età della pietra, che stampano ancora gli opuscoli da mandare in edicola o alle fiere turistiche mentre non riescono a rilanciarsi sulla vera piattaforma del nostro tempo: il web. 

La sintesi della prima parte del servizio firmato da Stefania Rimini andato in onda su Report domenica scorsa potrebbe essere questa. Rimaniamo nell’ambito della possibilità perché ancora non si spiega come sia possibile snobbare in maniera così palese la Basilicata nonostante tutto quello che è stato messo in onda.Il perché è nelle immagini che sono state lanciate durante il servizio. Immagini “strozzate”, decontestualizzate e senza alcun riferimento geografico. Immagini che hanno fatto passare le splendide immagini di Matera, delle campagne incontaminate e dei luoghi più importanti di questa regione come un luogo qualsiasi, intangibile. 

Tutto questo mentre si osannava la grandezza del Friuli, considerata tra le poche regioni capace di fare vero marketing turistico, grazie ai video creati da videomaker stranieri e poi circolati su Youtube tramite la pagina ufficiale dell’agenzia di promozione turistica del Friuli. Bene, un passo in avanti. Peccato che la Basilicata c’era arrivata prima del Friuli. Il progetto si chiamava “Digital Diary” (GUARDA IL VIDEO) e ha chiamato a raccolta diversi videomaker lucani e stranieri. Il loro compito era quello di raccontare la Basilicata con uno sguardo nuovo e poi utilizzare il video come promozione per il web, senza copyright. 
A vincere il concorso è stato Matthew Brown, che ha girato la Basilicata assieme ad altri 6 artisti. Tutti i video sono reperibili su Youtube e facilmente accessibili con parole chiavi molto semplici come “turismo in Basilicata”. Il video di Brown effettivamente ha un valore aggiunto notevole. È fresco, veloce e soprattutto denso di colori ed azione. C’è praticamente tutta la Basilicata: dal mare alle montagne, e poi cascate, rovine, architettura, natura, design. Una voce, in inglese racconta tutto questo, inquadra le persone, i bicchieri di vino, la pasta fatta in casa, il sole. Praticamente tutto quello che il sud può darti, ma senza l’occhio stereotipato. 
C’è anzi un modo di vedere le cose che è “altro” lontano dalla classica contrapposizione tra l’urgenza metropolitana delle grandi città d’arte e la calma piatta e pacifica del Mezzogiorno. È tutto dinamico, “giovane”. E Report questo lo ha messo in onda, ma senza dire nulla. Solo un passaggio rapito, un “fegatello” per riempire il servizio e l’apertura. Tutto questo mentre si osannava la grandezza del Friuli, che ha saputo promuoversi anche a livello internazionale. Uno scivolone piuttosto evidente che i lucani incollati al televisore hanno notato e che poi hanno riportato sul web tra Facebook e Twitter. Perché non avete detto che si tratta della Basilicata? probabilmente la prossima settimana, o quando sarà, ci potremmo aspettare anche un appunto del “mancato” presidente della Repubblica, Milena Gabbanelli, ma per ora resta l’amara constatazione che per quanto possa risultare attraente dal punto di vista visivo non c’è molto da fare per la Basilicata. Un gesto, quello della trasmissione Rai, che definire una bassezza è però un’esagerazione, visto che l’Apt Basilicata era stata contattata per l’autorizzazione all’utilizzo delle immagini. Pare fosse pronta anche una intervista, scomparsa molto probabilmente a causa della bufera giudiziaria che si è abbattuta sul governo regionale. Però almeno una chiosa, un sottopancia o qualcosa del genere ci poteva anche stare.

 

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