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«COSÌ, davvero, si fa tutto più difficile». Resistere in centro storico, provare a farlo, mettendo musica e richiamando ragazzi in una città che permette di passeggiare senza essere sopraffatti dal freddo per poche settimane all’anno.

Natale Di Noia è uno di quelli che prova, lungo via Pretoria, a tenere duro, a inventarsi piccoli spazi di movida potentina, di intrattenimento serale. «Ma comunque sempre secondo le regole», precisa. A mezzanotte la musica deve fermarsi. Stop.

Giovedì sera non era neanche scattata l’ora limite, erano da poco passate le 23.30. Dai piani superiori dello stabile in cui si trova il locale di Di Noia, il White Cafè, una residente ha versato dell’acqua. Vociare e musica non fanno piacere a tutti, mentre in tanti lamentano l’amarezza di un centro storico troppo spesso vuoto, decaduto e decadente.

L’acqua è finita non solo addosso ai clienti del locale, ma anche sulle prese, sui cavi e sulla consolle. «Pericoloso, oltrettutto». I carabinieri sono arrivati a constatare quanto accaduto, la serata è finita in anticipo.

Al White Cafè la stagione degli eventi in esterna è cominciata da poco: musica, qualche appuntamento a tema, un modo per richiamare i cittadini in centro. Provarci, almeno. «Non è semplice. Per stare nella legalità rispettiamo richieste severe e diamo corso a pratiche lunghe e costose». Code al Comune, le notifiche in Questura, l’architetto per l’allestimento a norma, l’arredo tecnico per il suono, le misure di sicurezza.

E poi l’occupazione di suolo pubblico, gli orari, marche da bollo, «grattacapi burocratici. Insomma, va bene, ci stiamo. Ma non possiamo essere considerati responsabili anche del vociare nei vicoli, del passeggio poco distante. E se poi anche restare nelle regole non serve, se il centro storico non è disposto ad accogliere neanche questo, allora sì, resistere è dura davvero».

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