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Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria

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PAOLA (COSENZA) – Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Paola, Alfredo Cosenza, ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari a Massimo Ferrero, patron della Sampdoria, coinvolto assieme ad altre sette persone in una inchiesta penale per reati societari e bancarotta, rinviando tutti a giudizio.

Il processo dinanzi il collegio penale avrà inizio il 21 settembre prossimo.

Massimo Ferrero era stato arrestato a Milano lo scorso 21 dicembre dalla procura paolana. Dal carcere di San Vittore era stato trasferito ai domiciliari, a lui concessi perché settantenne, e dopo che il Riesame di Catanzaro aveva accolto la richiesta dei suoi difensori.

L’inchiesta della Guardia di Finanza, delegata dai Pm Pierpaolo Bruni, Rossana Esposito e Maria Francesca Cerchiara, era partita dal fallimento di quattro società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede ad Acquappesa, sulla costa tirrenica cosentina. Nel mirino degli inquirenti era finito un investimento che avrebbe portato al crack dell’azienda. Secondo l’accusa, Ferrero avrebbe dirottato fondi appartenenti ad una società che aveva sede nello studio di un commercialista cosentino, per sottrarli ai creditori.

Assieme a Ferrero sono rimaste coinvolte nell’inchiesta altre otto persone: Vanessa Ferrero, 48 anni, figlia di Massimo; Giorgio Ferrero, 41, nipote di Ferrero; Giovanni Fanelli, 53 anni, di Potenza; Del Gatto Aiello, di Torre Annunziata, 55, residente ad Acquappesa; Roberto Coppolone, 55 anni, di Roma; Paolo Carini, 77, di Roma; Cesare Fazioli, 64, di Roma, Laura Sini, 56, di Roma.

Il collegio difensivo è rappresentato dagli avvocati Nicola Carratelli, Alessandro Diddi, Gianluca Tognozzi, Domenico De Rosa, Pietro Sommella e Barbara Esposito.

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