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NO a nuove estrazioni, comprese quelle in mare. Dopo averlo dichiarato a parole, la Giunta passa ai fatti.
La Regione ha infatti detto “no” al permesso di ricerca della Schlumberger italiana spa nel mar Jonio. Su proposta dell’assessore Berlinguer, l’esecutivo ha approvato, nell’ultima seduta, la delibera che esprime parere contrario alla richiesta dalla spa relativa a una vastissima area di mare, non solo lucano.
La società, qualche mese fa, ha presentato il progetto che interessa le coste pugliesi, calabresi e lucane, al ministero dell’Ambiente per attivare il procedimento di valutazione di impatto ambientale nazionale. E la stessa documentazione è stata consegnata alla Regione. Il decreto legislativo 152/2006 prevede che seppure la competenza della Via sia del Governo, la Regione debba esprimere il proprio parere nel rilascio del giudizio di compatibilità ambientale.
Il progetto della Schlumberger Italiana spa prevedeva l’acquisizione dei dati sismici in mare attraverso una strumentazione idonea all’identificazione di eventuali giacimenti minerari.
E comprende una la superficie all’interno della zona marina “F” estesa per ben 4 mila chilometri quadrati. L’area dista 13,6 miglia nautiche da Capo San Vito (Taranto), mentre il vertice ovest dista 13,2 miglia nautiche dalle coste lucane.
Gli interessi minerari sono di due tipi: uno più superficiale l’altro più profondo relativo alla ricerca di gas termogenico.
Il metodo sismico che avrebbe dovuto essere utilizzato in mare è l’air-gun: un sistema di prospezione attraverso cui si captano onde a bassa frequenza grazie alla creazione di bolle d’aria compressa che si propagano nell’acqua.
E’ una delle tecniche di ispezione dei fondali marini per capire cosa contiene il sottosuolo. Per la Giunta regionale un progetto che va bocciato.
«Siamo contrari ad ulteriori estrazioni – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente, Aldo Berlinguer – e faremo tutto ciò che è in nostro potere per scongiurare questo pericolo.
Dobbiamo andare avanti sulla strada della tutela e valorizzazione delle risorse naturalistiche della Basilicata ed il mare è una di queste».
E l’occasione è buona per ribadire: «La Regione si pone come obiettivo principale la tutela ambientale e la valorizzazione turistica dell’area della fascia jonica, con una pianificazione territoriale conseguente.
Tra i progetti si sta ultimando, infatti, il “Piano Regionale delle Coste” che contempla la salvaguardia delle risorse naturali, la difesa del litorale dall’erosione marina, l’utilizzo del demanio marittimo, la salvaguardia degli aspetti ambientali e paesaggistici.
E’ in via di approvazione il nuovo “Piano Regionale per l’Utilizzo delle Aree Demaniali Marittime” sino al mare.
Le politiche di un territorio debbono essere coerenti – ha concluso l’assessore Berlinguer – e la valorizzazione turistica ed ambientale delle coste non consente la realizzazione di impianti visibili e impattanti sul paesaggio. Rischieremmo di essere contraddittori con noi stessi».
A esprimersi negativamente, a febbraio scorso, erano già state sia la Regione Puglia, che quella di Calabria.
Ora si aggiunge anche la Basilicata che del resto si era già espressa negativamente su altre richieste di permesso in mare relative ad aree meno vaste rispetto a quella in questione: ma seppure da viale Verrastro sul punto siano stati chiari – in linea con la linea enunciata dal presidente Pittella in una conferenza stampa di qualche giorno fa – a dire l’ultima parola sarà comunque il ministero dell’Ambiente.
Nelle procedure di Via nazionale, infatti, il parere espresso dalle Regioni non è comunque vincolante. Ma è lo stesso assessore Berlinguer a chiarire: «Il nostro parere negativo è supportato da un’ampia documentazione tecnica. E la scelta del Ministero non può prescindere da una presa d’atto di tutte le opposizioni che abbiamo mosso e che del resto sono alla base degli altri pareri contrari espressi su precedenti permessi di ricerca in mare».

marlab

m.labanca@luedi.it

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