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Quando arrivai in Basilicata nell’aprile del 2007 pensavo ad un’esperienza transitoria e di passaggio nella mia vita professionale. La mia seconda direzione di un giornale era tutta in salita e da costruire in una regione che guardavo da lontano. Con il passare dei giorni e delle settimane, intense come anni, iniziai a comprendere e meglio vivere una regione che conoscevo solo attraverso la letteratura, il cinema e la poca cronaca a disposizione. Ci misi poco a diventare calabrolucano. Ho avuto difficoltà nel decidere se presentare la domanda per la direzione della Film commission. E’ stato un travaglio di non poco conto per chi si è sempre sentito giornalista-giornalista, consapevole di dovere abbandonare, in caso di affermazione, un abito mentale che mi accompagna da un quarto di secolo. Mi ha convinto a misurarmi la fine di un percorso di un momento professionale che mi ha consentito di raggiungere traguardi importanti che suggerivano, eventualmente, di cedere la mano nella guida di un giornale come il nostro. Ho maturato, in questi anni, la granitica convinzione che il riformismo al Sud sia l’unica vera rivoluzione possibile. Entrare nella nenniana stanza dei bottoni, pur se legata solo ad un aspetto della vita culturale ed economica della Basilicata, è per me una responsabilità enorme che spero di saper affrontare al meglio. Ringrazio chi ha mi affidato questa fiducia e sono consapevole che nulla può essere sbagliato o affrontato alla carlona. Le buone pratiche di esperienze simili, come l’Apt avviata e diretta da Gianpiero Perri, sono strada maestra da tenere presente in un cammino che mi auguro dia opportunità ai molti talenti lucani che dovranno contribuire ad avviare un’opera collettiva e che abbraccia molti campi del sapere e dell’agire. Ho comunicato la notizia al mio editore, che ringrazio per la totale libertà (merce rara) con cui mi ha fatto condurre la straordinaria avventura del Quotidiano della Basilicata, annunciando le mie dimissioni da direttore responsabile che matureranno nel breve tempo tecnico necessario a trasmettere le consegne del vecchio incarico in modo da assumere nel più breve tempo possibile le nuove funzioni. Rinvio il bilancio nel giorno che saluterò i lettori. Per ora ringrazio i tantissimi lucani che in questi minuti con ogni mezzo mi stanno sostenendo alla vigilia del nuovo impegno con il loro entusiastico incoraggiamento. Lettori, colleghi, autorità istituzionali, rappresentanti delle forze sociali, intellettualità diffusa, operatori culturali e rappresentanti di diversi partiti con il loro plauso caricano di grande responsabilità il mio nuovo mandato che sa che non può sprecare un solo euro pubblico, né fallire l’obiettivo, comunque regolato a termine e sottoposto in questo aspetto dall’insindacabile giudizio dell’opinione pubblica. Sono rispettoso nei confronti di chi esprime dissenso, e il fatto che esista un fronte di critica è per me un buono sprone ad essere controllato nell’operato della mia azione che meglio sarà esplicitata dopo aver incontrato le persone che hanno deciso di affidarmi questo compito impegnativo. Faccio mia per il finale una citazione filmica rubata al personaggio di Don in “Broken flowers” di Jim Jarmush e che recita: “Bene. Il passato è passato. Questo lo so, E il futuro non è ancora arrivato. Qualunque cosa sia, l’unica cosa che esiste è questa. Il presente così è”. La Basilicata film commision è tra le ultime a nascere in Italia. Ma nella nostra terra, quella del “Vangelo secondo Matteo” , l’imperativo piu’ profondo di navigazione mi è stato suggerito dalla stessa frase che il presidente Vito De Filippo ha scelto in occasione delle presentazione del presepe lucano a piazza San Pietro: “Gli ultimi saranno i primi”. Questo è l’obiettivo. 

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