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FORSE oggi l’emergenza rifiuti a Potenza potrebbe già trovare una soluzione, sebbene momentanea.
E’ previsto infatti un incontro dell’Osservatorio rifiuti regionale durante il quale l’assessore comunale all’ambiente Pasquale Pepe dovrà relazionare rispetto alle due proposte tampone elaborate per far fronte alla chiusura del centro di trasferenza di Tito su ordinanza dell’Ente Parco nazionale dell’Appenino lucano Val d’Agri Lagonegrese: l’attivazione in deroga della stazione di trasferenza all’ex inceneritore di San luca Branca, a Potenza, in attesa di entrare a regime e la rimodulazione dei flussi dei rifiuti dei 10 Comuni che come il capoluogo di regione conferiscono i loro rifiuti a Tito.
Si dice molto fiducioso l’assessore Pepe sull’approvazione della proposta da parte di Regione e Provincia, soprattutto dal momento che l’impianto di Tito da sei anni è in funzione grazie a un’autorizzazione in deroga concessa per far fronte all’emergenza.
E si tratta di un sito interamente affidato a privati.
Intanto da domani la spazzatura di Potenza – che rappresenta i 2/3 del totale – dovrebbe essere conferita ad Atella. Perché il punto è evitare il più possibile i danni ai cittadini.
Sulla possibile sofferenza provocata dalla chiusura di Tito, interviene anche l’Acta che in una nota afferma: «Sin da subito l’azienda intende mettere in chiaro che le conseguentisituazioni di sofferenza che la chiusura produrrà nel sistema di raccolta con l’impossibilità di avere a disposizione un centro per il conferimento dei rifiuti urbani prodotti a Potenza, non sono addebitabili in alcun modo all’azienda ma, ovviamente, alla chiusura del sito di cui trattasi. L’Acta è sin da subito pronta a ricercare insieme all’amministrazione comunale eventuali alternative utili a far fronte all’emergenza e aiproblemi che presto insorgeranno nel capoluogo (in primis l’accumularsi dei rifiuti su strada nei pressi dei cassonetti)».
Si rivolge poi ai cittadini, i diretti interessati: «Scusandoci con la cittadinanza per i disagi che inevitabilmente ci saranno nel far fronte all’emergenza, chiediamo alla stessa ancora una volta di dimostrare collaborazione e spirito di adattamento».
Restano valide le opinioni di Pepe rispetto all’ordinanza in sé: le motivazioni – struttura «fatiscente» e «continuo transito di automezzi su un tratto viario sterrato ricadente in area parco più precisamente in zona 2 di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale con limitato grado di antropizzazione» – e la conoscenza della presenza del centro di trasferenza di Tito da parte del Parco solo oggi, dopo sei anni d’attività, tramite una recente nota del Corpo forestale dello Stato.

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